La Cina ordina di non fare la Leapmotor B10 in Polonia, che ha detto sì ai dazi Ue auto elettriche Made in China ed esportate in Europa. Adesso, la Casa orientale valuta se produrre in Germania o Slovacchia, che hanno detto no ai dazi. Lo dice, a livello di indiscrezione, la Reuters. Stop alla produzione nella polacca Tichy per la Suv elettrica B10 presentata al Salone di Parigi.
Una certezza
Per la joint venture tra la Casa cinese e il gruppo Stellantis, di certo è il terzo modello destinato al mercato europeo, dopo la citycar T03 (prodotta a Tichy) e la Suv C10. Per il resto, è un’incognita: si vedrà da dove uscirà il veicolo. Si valutano la fabbrica Stellantis di Eisenach (in Germania, che produce Opel) e quella di Trnava in Slovacchia.
Incontro del 10 ottobre
D’altronde il Dragone è stato chiaro con le Case automobilistiche durante l’incontro tenutosi lo scorso 10 ottobre: il ministro del Commercio ha chiesto di bloccare tutti i grandi investimenti nei Paesi che hanno votato a favore dell’introduzione dei dazi doganali sulle auto elettriche. Ma l’Italia può essere una nazione dove i cinesi costruiscono? Assolutamente no: il governo Meloni ha detto sì ai dazi e ora la paga. Questa è la prima di una lunga serie di legnate che i governi contro la Cina prenderanno dall’ex Celeste Impero: guerra commerciale spietata. Niente produzione, niente lavoro, niente soldi, e tanta disoccupazione. Il disastro totale di un’Unione europea allo sbando completo.
In questa joint venture, Stellantis ha il 51%. Se ha scelto la Polonia, c’è un motivo preciso: basso costo della manodopera, alto profitto. Bisogna vedere, qualora la voce fosse confermata, la reazione di Tavares. Gli andrebbe bene la Suv cinese fatta in Germania, dove la manodopera è molto più cara?