Lamborghini Urraco: un “toro” meno infuriato degli altri

Lamborghini Urraco
Foto Lamborghini

Nel palcoscenico dell’automobilismo, la Lamborghini Urraco si erge come una figura meno esaltante di altre del “toro”. Anche se non è una delle auto che più hanno scatenato pulsioni emotive, si è ritagliata comunque il suo spazio nella storia del marchio. Questa sportiva ha più di mezzo secolo. Il traguardo anagrafico dei 50 anni è stato raggiunto nel 2020. L’auto fece il suo debutto in società al Salone di Torino di fine ottobre 1970.

Il ciclo produttivo si è protratto dal 1972 al 1979, un arco temporale in cui ha tessuto la sua storia con un certo fascino, pur non appartenendo alla cerchia dei modelli più iconici della casa di Sant’Agata Bolognese.

La nascita di questa creatura prese forma in un’epoca segnata da crisi petrolifere e tensioni sociali, che costrinse Lamborghini a rivedere la propria rotta produttiva, spingendola verso una diversa articolazione della gamma. Con lei, infatti, giunse in listino una sportiva di cilindrata più contenuta e meno impegnativa dal punto di vista economico.

Per la Lamborghini Urraco fu scelta la configurazione a quattro posti, abbracciando il concetto di comfort senza tradire l’anima sportiva del marchio. Lo stile della carrozzeria fu sviluppato da Marcello Gandini per Bertone. Nei tratti si coglie la sua firma. La posizione centrale del motore, abbinata all’abitacolo a 4 posti, dettò le architetture volumetriche, meno fluide e naturali rispetto a quelle di una berlinetta biposto, ma il genio creativo dell’autore riuscì comunque a trovare una certa sintonia fra le diverse esigenze, creando una vettura impattante.

L’anima della Lamborghini Urraco era racchiusa in un telaio a traliccio centrale. Sotto il cofano posteriore pulsava un V8 da 2.5 litri, con 220 cavalli di pura passione al servizio del pedale del gas. Questo nella prima incarnazione del modello, la P250 del 1970 (anche se le prime consegne arrivarono solo nel 1972). Successivamente giunse la più poderosa P300 del 1974, dotata di un cuore da 3 litri che erogava 265 cavalli di potenza, in grado di appagare le ambizioni dei veri amanti del “toro”.

Insieme a lei entrò in scena la P200, destinata al mercato italiano, per evitare le grinfie di un fisco penalizzante per le vetture con cilindrata superiore ai 2 litri. In questa versione “baby”, la potenza massima si fermava a quota 182 cavalli, una cifra lontana dagli standard del “toro”. Pur non essendo un uragano di emozioni nell’oceano delle opere del marchio, la Urraco ha saputo svolgere con decoro il suo compito. In totale il modello prese forma in 520 esemplari nella versione P250, in 66 esemplari nella meno esaltante P200, in 190 nella regina della gamma, la P300.

Lamborghini Urraco
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