Le autorità del Brasile accusano: Jinjiang Group, un appaltatore del gigante cinese produttore di veicoli elettrici BYD, sfrutta i dipendenti (anch’essi cinesi) nel Paese sudamericano, a tal punto che le condizioni sono analoghe alla schiavitù. Duplice risposta di Jinjiang Group. Uno: la rappresentazione dei suoi dipendenti come schiavi da parte delle autorità brasiliane era incoerente con i fatti. Due: c’è qualche errore di traduzione che dà luogo a equivoci spiacevoli e finanche pericolosi.
Quanti dipendenti
Le autorità del lavoro brasiliane hanno affermato di aver trovato 163 cittadini cinesi che lavoravano in condizioni simili alla schiavitù in un cantiere edile per una fabbrica di proprietà del colosso orientale (fa auto e batterie) nello Stato brasiliano di Bahia. Ma BYD sostiene di aver tagliato i legami con l’azienda che aveva assunto i lavoratori e di stare collaborando con gli inquirenti. C’è un altro problema, dice Jinjiang sul suo account Weibo ufficiale: per i dipendenti – etichettati come schiavi – la loro dignità è stata insultata. E i loro diritti umani violati. Danneggiando gravemente anche l’immagine del popolo cinese. “Abbiamo firmato una lettera congiunta per esprimere i nostri veri sentimenti”.

Ripubblicazione
La loro dichiarazione è stata ripubblicata da Li Yunfei, direttore generale del branding e delle pubbliche relazioni di BYD, sul suo account Weibo. Ha accusato “forze straniere” e alcuni media cinesi di aver deliberatamente diffamato i marchi cinesi e il Paese, e di aver minato le relazioni tra Cina e Brasile. Un rappresentante di BYD ha indirizzato Reuters al post di Weibo di Li quando gli è stato chiesto dei commenti di Jinjiang e della situazione. Jinjiang non ha risposto a una richiesta di commento. Mercoledì, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning ha reso noto che l’ambasciata cinese in Brasile stava comunicando con le controparti brasiliane per verificare la situazione e gestirla.
BYD colosso in espansione
BYD ha costruito la fabbrica con una capacità annuale di produzione di 150.000 auto inizialmente in Brasile, il più grande mercato estero del gigante cinese dei veicoli elettrici, come parte dei piani per avviare la produzione lì nel 2024 o all’inizio del 2025. La nazione carioca è pronta ad aumentare le tariffe sui veicoli elettrici importati al 35% a luglio 2026 dall’attuale 18%. Jinjiang ha affermato che c’erano stati problemi di traduzione e differenze culturali.