Lanciata sul mercato a 3 milioni di euro, l’Aston Martin Valkyrie ha registrato il sold-out in tempi rapidissimi, proposta in tre versioni differenti: coupé (150 unità), AMR Pro (40) e Spider (85). Prima di vederla materializzarsi sono serviti anni, spesi dalla Casa automobilistica inglese con un unico obiettivo in mente: la perfezione. Il primo contatto con la stampa ha avuto luogo sul circuito del Bahrain di Formula 1. Un luogo adatto a esprimerne il pieno potenziale, visto che, come raccontato da chi ha avuto la fortuna di guidarla, è una vettura votata alle prestazioni.
Aston Martin Valkyrie: l’hypercar britannica ai raggi X
“Sai che novità”, penserete. E, in effetti, avreste pure ragione: al momento dell’annuncio erano state chiarite le ambizioni. D’altro canto, i livelli toccati vanno oltre l’umana comprensione. Sebbene non sia una monoposto da F1, dovrebbe andarci quanto più vicino possibile. Anche qui la comodità e il divertimento al volante vengono un po’ sacrificati, in nome delle performance dure e pure. L’obiettivo qui non è godersi un viaggio piacevole, tranquillo, magari sul lungomare.
Il fine ultimo è andare veloce, manco ci si trovasse in una gara da motorsport. In alcuni frangenti – sottolinea il giornalista di MotorTrend – il veicolo risulta persino scomodo. È facile andare a sbattere la testa contro il tettuccio, specie se colui che guida è abbastanza alto.
Nel corso degli otto giri affrontati lungo il tracciato, il giornalista Jonny Lieberman ha avuto parecchio da fare per mantenere il pieno controllo del mezzo. Il posteriore tendeva a giocare qualche scherzetto, soprattutto nelle curve. Per riuscire a mantenere il controllo delle operazioni è necessario avere parecchio talento perché il pericolo è dietro l’angolo.
In definitiva, l’Aston Martin Valkyrie è meglio ammirarla in tutta la sua maestosità, al di fuori del veicolo. Pilotarla è, invece, ben altra storia perché ha cattiveria da vendere, il che può tornare indietro con il più beffardo degli effetti boomerang, qualora non ci si sia preparati a dovere.