Niente da fare, l’Ue è come il Titanic: affonderà presto in materia di auto elettrica. Infatti, mentre Pechino intensifica i colloqui con Bruxelles sui dazi sui veicoli elettrici, e propone il prezzo minimo, l’Unione dice no. Peccato, l’idea era ottima. Zero dazi Ue, zero controdazi cinesi: un prezzo base minimo dell’auto elettrica cinese venduta in Europa, così da non spaventare e da non dare fastidio. Certo, una misura poco liberale e poco concorrenziale, ma almeno non ci sarebbero state guerre commerciali sanguinose. Invece niente, Bruxelles dice no.
Ministero del Commercio cinese col ramoscello d’ulivo
La Cina porge il ramoscello d’ulivo all’Ue. È simbolo della rigenerazione perché, dopo la distruzione causata dal diluvio, la Terra fiorisce di nuovo: simbolo di pace perché attesta la fine del castigo e la riconciliazione di Dio con gli uomini. Ma l’Ue lo rifiuta, insiste con questi maledetti extra dazi. Tanto alla Cina basta poco: avrà scarsi margine di profitto all’inizio, poi ci mangerà vivi. Hanno batterie, conoscenze, soldi, energia, ferocia, cattiveria. Sono affamati. Di contro, un Vecchio Continente sempre più debole e stanco che si trincera dietro i muri medievali delle barriere tariffarie.
Dazi inutili e dannosi
Il ministero del Commercio vuole risolvere le controversie in corso sui dazi aggiuntivi sui veicoli elettrici realizzati in Cina. Rammentiamo che la Commissione europea ha annunciato il 20 agosto un adeguamento delle tariffe fino al 38,1 percento che aveva proposto il 12 giugno per i veicoli elettrici realizzati in Cina. Dopo gli aggiustamenti, le tariffe provvisorie sulle importazioni di veicoli elettrici dalle aziende cinesi BYD, Geely e SAIC (MG) sono state leggermente abbassate. Dazi inutili e dannosi.