Nello scandalo sui crash test di Daihatsu sono stati coinvolti anche veicoli Toyota e Mazda

Un’indagine condotta sull’industria automobilistica in Giappone ha rivelato che sono in corso dei “discutibili test di sicurezza” presso il marchio Daihatsu di proprietà Toyota. Sembra che alcune auto di serie costruite per la vendita fossero dotate di unità di controllo degli airbag diverse rispetto a quelle utilizzate nei crash test. L’indagine ha anche evidenziato falsi rapporti sui test dei poggiatesta e sulle velocità di prova per alcuni modelli, alcuni risalenti addirittura al 1989.

scandalo sui crash test di Daihatsu

Si stima che siano interessati 64 modelli di diversi marchi, tra cui Daihatsu, e anche Toyota, Mazda e Subaru. Questa è una scoperta arrivata solo di recente. Ad aprile si è scoperto che Daihatsu aveva apportato modifiche alle auto dei crash test per migliorarne le prestazioni negli impatti laterali.

Daihatsu ha rilasciato una dichiarazione in cui ammette il problema, così come Toyota. Ecco cosa hanno affermato: “L’indagine ha rilevato 174 nuovi casi che coinvolgono 25 elementi di test. E poi, le irregolarità riscontrate nel rivestimento delle porte nel test di collisione laterali. Riscontriamo irregolarità in 64 modelli e 3 motori, compresi quelli che erano già fuori produzione. Questi modelli includono sia veicoli Daihatsu che modelli forniti come OEM a Toyota, Mazda e Subaru. Ci scusiamo profondamente con i nostri clienti e con tutte le persone coinvolte per l’enorme disagio e la preoccupazione che abbiamo causato, tradendo la loro fiducia.”

scandalo sui crash test di Daihatsu

Yoshimasa Hayashi, segretario capo del gabinetto giapponese, ha invitato i vertici di Daihatsu a spiegare completamente la situazione. Ha dichiarato: “È estremamente deprecabile… ha danneggiato la fiducia dei proprietari di auto e scosso le basi del sistema di certificazione automobilistica”.

Il ministero dei trasporti nazionale ha annunciato che questa settimana condurrà delle indagini immediatamente presso la sede principale di Daihatsu a Osaka. Makoto Kaiami, presidente del comitato di indagine di terze parti, ha dichiarato che il comitato “non crede che Toyota sia responsabile di un comportamento scorretto, ma ritiene che Daihatsu stesse cercando di soddisfare le aspettative che si era posta”.

Eventi come questi hanno un impatto significativo a livello internazionale quando coinvolgono una grande casa automobilistica come Toyota. Da una nota correlata, il prezzo delle azioni Toyota è diminuito del 4% solo la scorsa settimana. Nel breve termine, Daihatsu ha sospeso la vendita di molti veicoli e il suo presidente ha rilasciato delle scuse troppo “soft”. Sarà interessante vedere se questa situazione influenzerà le normative sulla sicurezza automobilistica giapponesi in futuro.

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