Ora che sta arrivando la discussione approfondita in Ue per lo stop delle produzioni con motori a combustione nel 2035, si parla anche di altri obiettivi del “Green Deal”. Si tratta di quel piano per le “zero emissioni nocive e pareggio fra la CO2 immessa nell’atmosfera e quella assorbita entro il 2050”. Arriva quindi il dibattito sulla normativa riguardante i veicoli Euro 7, in vigore per le nuove auto dal luglio 2025 per cui si prevede più di un problemino.
Riguarda qualunque veicolo, anche elettrico, terrà conto del consumo di gomme e freni, durata e smaltimento delle batterie. Tantissimi dettagli che ancora necessitano adattamento da parte delle case automobilistiche.
Dichiara Acea, sparando a zero sulla normativa Euro 7: “comporterà alti costi e pochi vantaggi”. Anche se la Commissione europea parla di un aumento dei prezzi delle auto di qualche centinaio di euro, Volkswagen ha già chiarito aumenti intorno ai 3-5 mila euro (anche a causa dei dispositivi di sicurezza obbligatori da luglio 2024).
Qualche numero per avere chiaro il fenomeno – l’inquinamento dei mezzi di trasporto – e che va controllato: il 39% delle emissioni di NOx (gli ossidi di azoto in generale) nei Paesi dell’Unione europea è dovuta al trasporto su strada. Il 10% del particolato nell’aria è dovuto al traffico, mentre l’altro 90% arriva dall’industria. Il 35% è la riduzione nelle emissioni di NOx grazie alle nuove auto e ai nuovi furgoni entro il 2035, passando dall’Euro 6 all’Euro 7. È già del 25% il miglioramento nelle emissioni complessive di NOx delle auto fra il 2014 (l’arrivo dell’Euro 6) e il 2020, e il 36% per i mezzi pesanti.
Con la normativa Euro 7 non si potrà più bypassare la deroga di inquinamento Euro 6: gli scarichi dovranno rientrare entro il limite dei 60 grammi/km. Altri valori presi in considerazione: le polveri ultrafini e l’ammoniaca (NH3), anche questa responsabile dello smog.
Restano gli esami delle emissioni anche su strada, introdotte proprio a causa dello scandalo “Dieselgate”. E anche questi test RDE (Real Driving Emissions) saranno più severi: si realizzeranno a velocità più alte, con temperature più alte. La piena efficienza del veicolo richiesta sale da 100.000 a 200.000 km.
I freni rappresentano il 21% del totale delle polveri rilasciate dalle auto (dato Ue). Poi c’è il motore, tutti dati osservabili con la polvere nera sui cerchi. L’Euro 7 metterà un limite di 7 mg/km (e 3 mg/km dal 2035). Ancora, però, non è stato fissato un metodo di misurazione adeguato per lo sfarinamento del battistrada.
È importante prevenire che frammenti di pneumatico vadano nell’aria e nell’acqua. Le auto elettriche, pesanti e potenti, stressano le gomme. A tal punto che l’emissione di alcune polveri molto fini è paragonabile a quella totale delle altre vetture a combustione interna. Il riciclo, però, è la via da seguire: il bitume sarà realizzato proprio con gli pneumatici vecchi.
La proposta dell’Unione europea per la norma Euro 7 include una “durata minima” della batteria del veicolo elettrico. D’altronde si tratta della parte dell’auto più costosa, prodotta con materiali rari e con molto dispendio di energie. Dopo 5 anni o 100.000 km, la batteria dovrà fornire almeno l’80% dell’energia iniziale. Il 70% una volta arrivati a 8 anni o 160.000 km.