Quella V4 svedese che tutti hanno dimenticato: Saab Sonett III

Non dimentichiamo cosa è stata capace di produrre una casa sempre rimasta un po’ al margine tra le grandi case europee. La svedese Saab Automobile AB, fondata nel 1945 come diversificazione della Svenska Aeroplan Aktiebolaget (SAAB), ha prodotto, ormai oltre mezzo secolo fa, una piccola coupé passata inosservata ma degna di nota.

Stiamo parlando della Saab Sonett, un’auto popolare tra i fan delle sportive europee “bizzarre”. Più precisamente, parliamo della Saab Sonett III, la terza e ultima versione dell’auto, originariamente del 1955 ma giunta a un aggiornamento importante nel 1970. Questa Sonett, infatti, aveva un motore Ford Taunus V4 da 1,5 litri e una velocità massima di oltre 160 km/h.

La Saab Sonett ha avuto tre diverse generazioni: una dal 1955 al 1957, una dal 1966 al 1969, la prima vera auto sportiva, la Sonett II e, infine, quella dal 1970 al 1974. Pur essendo molto diverse, restano auto sportive piccole e leggere a trazione anteriore.

La prima Saab Sonett somigliava un po’ alla Porsche 550 Spyder e il basso peso e le ridotte dimensioni permettevano di offrire prestazioni eccellenti, nonostante i suoi 57,5 ​​CV di potenza. Perché Sonett? Deriva dallo svedese “Så nätt den är” che significa “Com’è bello”,  che si dice essere la prima frase dello sviluppatore del motore Saab, Rolf Mellde, mentre si metteva a lavoro sul progetto.

Ne furono prodotte solo sei prima che venisse dichiarata impossibile la produzione. La Sonett II apparve nel 1966, con telaio in acciaio scatolato, sospensioni anteriori e posteriori indipendenti, trazione anteriore e carrozzeria leggera in fibra di vetro. Gran parte della meccanica si basava sulla Saab 96, fresca di vittorie al Rally di Monte Carlo per ben due volte di fila. Si trattava di una Saab con motore a tre cilindri da 841 cc.

E poi arriva la Saab Sonett III con uno stile tutto nuovo. Ruote e pneumatici più larghi, un V4 Taunus da 1,7 litri al posto dell’originale 1,5. Anche lei con un corpo leggero in fibra di vetro e un peso di solo 880 kg. La carrozzeria è stata decisamente ridisegnata, diventando più spigolosa ma sempre montata sullo stesso telaio del modello precedente. Aveva però i fari a scomparsa e un aggiornamento complessivo che la rendeva molto divertente.

Riusciva a raggiungere una velocità massima di 165 km/h, arrivava da 0 a 100 in 13 secondi e, anche se oggi può non sembrare impressionante, all’epoca se la giocava con altre auto sportive piccole. Oggi è un cimelio davvero particolare, una chicca arrivata direttamente dai ruggenti anni Settanta a caccia di velocità in un formato concentrato.

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