Schizofrenia automotive del governo italiano

Da anni dice di essere a favore della neutralità tecnologica, ma adesso va all’incontrario.

Mistero da psicologia del governo italiano nel settore automotive: siamo di fronte a una politica schizofrenica. Da anni dice di essere a favore della neutralità tecnologica, però d’improvviso da due cose stranissime.

Primo: taglio del fondo

L’esecutivo Meloni, col disegno legge Bilancio 2025, taglia i fondi stanziati dal governo Draghi, da un miliardo a 200 milioni di euro all’anno nel periodo 2025-30. Meno 80% d’un botto. È marcia indietro rispetto alla politica impostata nel 2022 e col Tavolo di agosto 2024 alla presenza del ministro delle Imprese Urso.

urso

Secondo: riforma del fringe benefit 

Cambia il fringe benefit. Piazza aliquote del 10% e 20% in base alle alimentazioni. No: bisognava metterle al 10% per le auto elettriche e al 20% per quelle fino a 60 g/km di CO2, come chiesto dalla lobby delle auto Unrae. Anche qui, zero neutralità tecnologica. In più, raddoppia l’aliquota su tutte le altre alimentazioni.

Considerando che anche a ottobre 2024 il mercato italiano delle vetture subisce un’ulteriore flessione, registrando un calo del 9,1%, con 126.488 auto immatricolate, questa del governo è una mazzata terribile. I verdi di sinistra han combinato un pasticcio con l’auto elettrica in Germania e Ue, ma il governo di destra in Italia non si sta rivelando all’altezza.

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