In Italia, il 20% delle 30.000 stazioni di ricarica (60.000 punti) è staccato dalla corrente. Sta lì a far numero, di bellezza, tipo belle statuine, così poi le statistiche vengono pompate. L’esperienza d’uso è un incubo: spesso diverse tra loro, complicate da utilizzare. Ogni gestore ha la sua app da configurare, creare profili. Eppoi ancora tessere, registrazioni, collegamenti Internet. Più le carte di credito da associare. Con il prezzo dell’elettricità che sale di continuo. Tesla Supercharger a parte (ecosistema paradisiaco), per il resto le colonnine sono scomode da usare.

Muoversi, essere attivi
L’italiano medio, che lavora, produce, vive, non ha tempo per queste cose noiose. Gli serve il pieno di benzina e diesel per andare a produrre e rendere in un Paese civile. Poi ci sono le stazioni guaste od offline. Sì, la wallbox: e se viaggi? Ma poi perché uno deve sempre avere questo problema della ricarica? Bisogna calcolare distanze, autonomie residue. Altro che libertà di movimento. L’auto elettrica in sé è innocente, però qui mancano le condizioni: a febbraio 2025, col Green Deal 2019.
Retromarce dei big
Ormai, non si sente più dire a nessun costruttore: faremo solo elettriche. È una retromarcia continua verso quanto il mercato desidera: il termico. Da Mercedes ad Audi, passando per Volkswagen, sino a BMW. Appena arriveranno altre trimestrali brutte, la parola termica fra altre Case auto risuonerà sempre più spesso.