Torino: perché è considerata una delle migliori auto, quanto costa e che motore ha

Torino

Attribuire un valore esatto di mercato alla Torino vien difficile, poiché occorre prendere in analisi diversi fattori. Il principale riguarda, com’è facile intuire, le condizioni di tenuta. Oggi si contano pochi esemplari pressoché perfetti e chi la possiede difficilmente la metta in vendita

Comunque, qualora dovesse succedere, difficilmente i collezionisti si lascerebbe sfuggire l’occasione. Di norma, il prezzo medio di vendita va da un minimo di 15 mila a un massimo di 30 mila dollari. Premesso ciò esistono le eccezioni, in un verso o in un altro. Ciò di cui vi andremo ora a parlare è, però, la storia, affinché vi risulti chiaro perché, a distanza di decenni dal ritiro, emana cotanto fascino.

Torino: perché il suo nome è leggenda

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Gli esordi risalgono agli anni Sessanta, caratterizzati dall’accordo raggiunto tra IKA e AMC, per la realizzazione in Argentina di modelli destinati agli Stati Uniti. Dopo il successo conseguito dalla Rambler, si avvertiva l’esigenza di una vettura che incarnasse di più lo stile europeo. I gusti dei consumatori erano cambiati e serviva, pertanto, segnare una svolta a livello di design. Per quanto fortunate, le precedenti idee apparvero ormai obsolete.

Così, il 26 ottobre del 1966, venne alla luce la Torino, in versione berlina, seguita dalla 380W e dalla 380 dalle linee coupé. La carrozzeria fu il frutto di uno dei designer migliori della sua epoca, quel Battista Farina che in tutto il mondo passerà alla storia con il nome di Pininfarina.

Torino di colore grigio

Mentre sotto il profilo estetico erano pressoché due gocce d’acqua, dei cambiamenti si rilevarono nel motore, che erogava 155 e 176 cavalli in base al veicolo adottato. Il numero 380 alludeva alla cilindrata nominata del propulsore Tornado; invece, la lettera “W” si riferiva ai tre carburatori.

Scandita da varie modifiche, la Torino occupò il mercato fino al 1981 e con la GS coupé ebbe il merito di superare i fatidici 200 km/h. Oltre ai superbi numeri commerciali, brillò nel motorsport, alla 84 Ore del Nurburgring. Diretto da Juan Manuel Fangio, leggenda della Formula 1, il team schierato percorse il maggior numero di giri sul tracciato e non vinse soltanto per una penalità, causata da guasti meccanici. 

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