Toyota Celica (1994-1999), un classico che sapeva di futuro

Negli ultimi anni la Toyota sta puntando molto di più (e di nuovo) sulle auto ad alte prestazioni. Rispetto all’attuale gamma, quella degli scorsi dieci anni era davvero altra cosa. Sembrano passati secoli da quando, negli anni ’90, Toyota offriva nel suo parco auto la Celica , la MR2 e la Supra. Sono passati circa 20 anni da quando la Celica ha salutato tutti, anche se ancora oggi resta una scelta popolare tra gli appassionati di auto giapponesi.

Sono ben sette le generazioni di Celica, ma quella più apprezzata è senza dubbio quella di sesta generazione. Il marchio giapponese ha anche apportato strane e meravigliose varianti Celica per l’import in diversi Paesi nel mondo. Perché la Celica di sesta generazione è considerabile un “classico del futuro”?.

Negli ultimi 20 anni è diventata sempre più popolare e la sua stella ha brillato soprattutto perché altri modelli dello stesso segmento diventavano carissimi e difficili da trovare. La settima generazione ha conosciuto uno stravolgimento che è stato poco apprezzato dagli estimatori del segmento e del marchio.

L’anno 1994 è quello che dà i natali alla Celica di sesta generazione. La scelta di assetto era un “ST” basso e un “GT” più sportivo. La ST arrivava con un motore da 1,8 litri, mentre la GT con uno da 2,2 litri. C’era anche la versione integrale, la “All-Trac”. La Toyota commercializzò anche una versione decappottabile, arrivata dopo la coupé GT.

La sesta generazione è stata l’ultima a rimanere fedele allo stile originale. L’esempio migliore di questa generazione è quella datata 1996. Un piccolo restyling e alcune nuove funzionalità ne hanno fatto la GT più desiderabile di una lunga schiera di auto della seconda metà degli anni Novanta.

Quali sono (ed erano) i competitor della Toyota Celica? Il mondo delle coupé sportive alla fine degli anni ’90 e all’inizio degli anni 2000 era in piena espansione e c’erano parecchi concorrenti con cui confrontarsi. A partire dalla Honda Prelude e la Civic che rappresentavano solide alternative, soprattutto per il motore VTEC che dominava la scena delle prestazioni dall’Oriente.

Poi abbiamo la Nissan 240SX, conosciuta anche come Nissan Silvia, con motore anteriore e trazione posteriore. Difficile oggi trovare un esemplare non modificato (anche per il drifting) e le auto in buone condizioni vengono vendute come Porsche.

La 300ZX è un’altra Nissan dell’epoca che si avvicina di più a una ideale rivale per la Supra. La sua configurazione, due posti e trazione posteriore, le conferisce uno stile e prestazioni decisamente sportive. A chiudere il panorama dell’epoca, la Mitsubishi Eclipse e la Honda Integra, altri modelli diventati delle build selvagge e per questo ricercate ancora oggi.

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