Transizione verde BP: taglio di 7.700 posti di lavoro

BP, società del Regno Unito operante nel settore energetico, paga la transizione verde.
bp

Numeri da incubo quello della transizione verde BP: taglio di 7.700 posti di lavoro. Parliamo di un gigante del Regno Unito operante nel settore energetico (specie petrolio e gas naturale), che fa il poker di colossi Shell, ExxonMobil e Total a livello globale. Nel mirino il settore upstream e i ruoli amministrativi. Tutto questo colpisce in pieno anche l’auto, protagonista assoluta della rivoluzione, con l’elettrico e il bando termico Ue 2035. 

L’Intelligenza Artificiale decide chi licenziare

BP licenzierà il 5 per cento dei suoi dipendenti, 4.700 persone, più 3 mila collaboratori e consulenti esterni. In tutto, dà lavoro a 87.800 addetti nel mondo, 16 mila delle quali nel Regno Unito. Target dell’amministratore delegato, Murray Auchincloss: ridurre i costi di 2 miliardi di dollari entro la fine del 2026, e di mezzo miliardo di dollari nel 2025. A quanto pare, l’Intelligenza Artificiale deciderà chi mandare a casa.

elettricità

Meno emissioni a caro prezzo

Nel 2024 le azioni di BP hanno perso all’incirca il 15 per cento del loro valore, anche a causa della sfiducia degli azionisti negli investimenti nelle energie rinnovabili. Il cambiamento del paradigma energetico verso un futuro a basse emissioni di carbonio ha un costo sociale. Il guaio è dato anche dal costo esorbitante dell’elettricità. Domanda: le istituzioni erano e sono pronte? Sanno conciliare la necessità di sostenibilità ambientale con quella di un’occupazione stabile e inclusiva? Si è pensato a come riposizionare i lavoratori uscenti da settori al tramonto? C’è la garanzia sociale per dipendenti e collaboratori? Il 2024 è stato il primo anno in cui la Cina ha consumato meno petrolio dell’anno precedente. Un po’ perché c’è la sostituzione del petrolio con gas liquefatto di provenienza russa (che non viene più venduto all’Ue), un po’ per la sempre più estesa rivoluzione della mobilità elettrica.

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