Una spettacolare 280Z del 1977 ricostruita e motorizzata Toyota

Non c’è nulla di meglio che l’esperienza pratica per mettere insieme un sogno su quattro ruote. Avere familiarità con il funzionamento di un telaio o della piattaforma del motore è sicuramente un aspetto che aiuta nell’assemblare un piccolo capolavoro. Quella di Diego Garibay e della sua 280Z è, con questi presupposti, una gran bella storia.

Diversi anni fa l’uomo protagonista di questa build era il proprietario di una Datsun 280Z del 1976 che fu anche la sua prima auto, sostituita poi con una 240Z. “Essendo giovane e stupido, ho fatto schiantare le mie prime due Datsun”, racconta. Ha finito per costruire una Mitsubishi Starion con motore 1.5 JZ. “Ho deciso di separarmici e ho finito per venderlo. Ero pronto per iniziare una nuova costruzione e sono andato dove era il mio cuore: volevo costruire il mio sogno Z da zero”.

Stance Auto Magazine

Il progetto era decisamente abbordabile, la missione però era tutta a base di competenza, certo, ma soprattutto ricordi e passione. Il prezzo ora rispetto a quando ha acquistato il suo primo paio di auto Z è a dir poco comico. “Fortunatamente, la mamma del collega di mia moglie aveva una Z che era disposta a vendere. Circa quattro anni fa ho comprato quella che pensavo fosse un’auto pulita, completa e funzionante. L’ho ridotta a un guscio nudo poche settimane dopo e che ha rivelato le vere condizioni dell’auto”, racconta l’appassionato.

Avendo trovato un telaio con 40 anni e più proprietari, erano quasi prevedibili piegature e lavori di riparazione qua e là. L’uomo ha finito per chiedere aiuto a un amico per rinfrescare il telaio ed eliminare la ruggine trovata nel pannello posteriore della coda, nelle aree dei finestrini.

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Una volta raddrizzato il telaio, è stata stesa la vernice bianca fresca. I tocchi di carbonio, invece, provengono da un cofano in fibra di carbonio e specchietti Skillard GT3 APR. Poi c’è uno spoiler in carbonio Victory all’estremità del portello. I paraurti in nero aiutano a legare insieme il tema bicolore.

I cerchi sono dei 17×10,5 davanti e 11,5 dietro, abbinati a pneumatici enormi 315/35 al posteriore. Enormi, ovviamente, pensando ai tipici standard da 280Z. Il motore è ancora un sei cilindri, derivato dalla Toyota della sua Starion. Attualmente questa 280Z eroga ben 562 CV scaricati dalle ruote posteriori, inviati attraverso la trasmissione CD009 Nissan.

Per prepararla alla pista, è stato incluso un roll-bar personalizzato costruito secondo le linee guida NHRA e un interruttore di spegnimento dell’alimentazione a distanza obbligatorio nella parte posteriore dell’auto. L’imbracatura a cinque punti di Racequip è avvolta attorno a un sedile con schienale fisso Sparco Evo 2. Tutto il pacchetto ha ricevuto anche freni e sospensioni adeguate, molle Swift e pinze Wilwood a sei pistoncini.

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