La nuova Alfa Romeo Milano, entry level della gamma del Biscione, è stata presentata il 10 aprile in un evento in diretta streaming dalla città da cui prende il nome. Ed è proprio il suo nome che ha fatto nascere la polemica. Il motivo è collegato a dove l’auto verrà prodotta, ovvero presso lo stabilimento Stellantis di Tychy, in Polonia. Secondo Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, è illegale produrre un auto che porta il nome che “ricorda” l’Italia al di fuori del suo paese d’origine.
Secondo il ministro Urso, produrre l’Alfa Romeo Milano al di fuori dell’Italia è illegale
Adolfo Urso ha spiegato che produrre un veicolo chiamato Milano fuori dall’Italia viola le leggi del paese che mirano ai prodotti con nomi “che suonano italiani”, ma che non lo sono realmente. “Un’auto chiamata Milano non può essere prodotta in Polonia. Questa legge impedisce che i consumatori vengano tratti in inganno quindi, per legge, un’auto chiamata Milano deve essere prodotta in Italia. In caso contrario, si tratta di un’indicazione ingannevole e questo non è consentito dalla legge italiana”. In poche parole, la Milano dovrebbe portare il marchio “Made in Italy” in tutto e per tutto a causa proprio del suo nome.
Carlos Tavares, CEO di Stellantis, non ha commentato direttamente le dichiarazioni del ministro, ma durante l’evento del 10 aprile ha spiegato ai microfoni di Automotive News che il prezzo competitivo dell’Alfa Romeo Milano è dovuto proprio alla produzione del modello in Polonia. Se fosse stata prodotta in Italia, la Milano avrebbe avuto un costo superiore di oltre €10.000.
“Se costruita in Italia, l’Alfa Romeo Milano sarebbe partita da circa €40.000 invece che da €30.000, limitandone il suo mercato”, ha dichiarato Carlos Tavares. La legge citata dal Ministro Urso è del 2003 ed è stata emanata principalmente contro i prodotti alimentari, come il formaggio “Parmesan” prodotto negli Stati Uniti, una copia del vero Parmigiano italiano.
La decisione di Stellantis di produrre l’Alfa Romeo Milano in Polonia è stata presa, secondo le parole dell’amministratore delegato del Gruppo, esclusivamente per consentire al veicolo di avere un mercato e far spendere meno ai propri clienti, dando loro così la possibilità di acquistare il nuovo SUV compatto ad un prezzo più conveniente.