Le restrizioni sancite dalla Casa Bianca sui consumi di carburante investono General Motors e Stellantis, che tra il 2022 e il 2023, hanno dovuto sborsare un totale di 363 milioni di dollari, equivalenti a circa 340 milioni di euro al cambio attuale. I due gruppi si sono macchiati della violazione degli standard Cafe (Corporate Average Fuel Economy), come riferisce l’NHTSA (National Highway Traffic Safety Administration), l’agenzia federale chiamata a occuparsi della questione.
Stando alle informazioni divulgate, la GM ha corrisposto, nel dicembre dello scorso anno, un totale di 128,2 milioni di dollari per aver superato i limiti riguardanti i Model Year 2016 e 2017. Ancora peggio è andata al conglomerato italo-francese-americano, nato nel 2021 dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e Peugeot Groupe (PSA). Quando il conglomerato doveva ancora essere costituito, ha infranto i paletti posti dalle autorità governative, che ora le costano 235,6 milioni di multe, di cui 123,3 relativi ai Model Year 2018 e 112,3 milioni ai Model Year 2019. Il conto è stato saldato durante gli scorsi mesi, nello specifico a gennaio e maggio 2023. Per la prima volta la General Motors è stata colta in flagrante.
General Motors e Stellantis: pesante stangata per la violazione dei limiti Cafe
Finora si tratta di una mera ipotesi, ma l’insistenza delle voci lascia presumere che vi sia un fondo di verità. L’approccio verrà, di sicuro, inasprito fra pochi anni, ovvero a partire dal 2026. A quel punto, le aziende avranno l’onere di osservare parametri più stringenti. Nel frattempo, le sanzioni a carico di GM e Stellantis dimostrano l’efficacia del metodo.
Alla pari delle limitazioni vigenti in territorio europeo, pure negli States i Costruttori hanno dei precisi requisiti da osservare in merito ai consumi medi della flotta di veicoli venduti in un determinato anno. Sebbene le Case abbiano la facoltà di scampare alla penalità attraverso un sistema di crediti, di recente il testo legislativo è cambiato. E forse il peggio è dietro l’angolo, con l’ennesimo inasprimento del regime sanzionatorio.