Alfa Romeo Giulietta: il cuneo del 1977 che ebbe una versione Autodelta

Auto di grande carattere estetico, come quasi tutte le Alfa, ottenne dei muscoli racing in una versione speciale.
Alfa Romeo Giulietta
Foto Alfa Romeo

L’Alfa Romeo Giulietta prese forma dal 1977 al 1985. Questa berlina sportiveggiante ebbe il compito di sostituire la Giulia: un carico di responsabilità non indifferente. Gli amanti del “biscione” seppero apprezzarla, anche se per lei non è nata una vera e propria febbre di passione. I numeri di mercato, però, furono buoni, con quasi 380 mila esemplari consegnati. Niente male, vero?

Il suo nome riprende quello di una vettura dello stesso marchio prodotta negli anni cinquanta, oggi giunta al settantesimo compleanno. Di sicura presa è lo stile, firmato da Ermanno Cressoni, che seppe conferire al modello una spiccata personalità, specie nella parte posteriore, impossibile da confondere con quella di altre vetture. L’Alfa Romeo Giulietta di seconda generazione fu proposta in tre serie: la seconda giunse nel 1981, la terza nel 1983. Tutte furono costruite nello stabilmento di Arese, consegnato alla storia.

Sorella minore dell’Alfetta, questa vettura dalla linea a cuneo seppe coprire in gamma un posto che non poteva rimanere vuoto. I manager cercano di ridurre i costi di produzione, ottimizzando il ciclo e condividendo diversi organi meccanici con altri modelli del marchio. Ad assicurare la spinta provvedevano, inizialmente, due motori. Per la versione di accesso fu scelto un 4 cilindri bialbero da 1357 centimetri cubi di cilindrata, in grado di sviluppare una potenza massima di 95 cavalli. Più in alto si poneva la versione da 1570 centimetri cubi, con 109 cavalli all’attivo.

Alfa Romeo Giulietta

Nel 1979 fece il suo esordio la 1.8, spinta da un 4 cilindri da 1779 centimetri cubi, che metteva sul piatto 122 cavalli. Nonostante le sue credenziali, non fu lei la regina della famiglia, perché l’anno dopo giunse la 2.0 Super, il cui cuore da 1962 centimetri cubi sprigionava 130 cavalli, regalando grandi emozioni di guida. Alcuni elementi estetici e funzionali permettevano di distinguere questo allestimento dagli altri.

Con l’arrivo della seconda serie, l’Alfa Romeo Giulietta ottenne una revisione stilistica, che rinfrescò il look, con piccoli ma mirati interventi. Il ventaglio delle motorizzazioni si arricchì di una versione a gasolio, che fece il suo esordio nel 1983: la 2.0 Turbodiesel, capace di erogare 82 cavalli di potenza massima. Nello stesso anno giunse la terza serie del modello, con un restyling ben più profondo del primo. Gli interventi furono importanti anche nell’abitacolo. L’obiettivo? Rendere il modello più al passo coi tempi.

Sul fronte propulsivo, l’unica novità fu il taglio dalla gamma della versione da 1.3 litri. Nella nuova declinazione, il primato prestazionale dell’Alfa Romeo Giulietta andò alla 2.0 Turbo Autodelta, prodotta in appena 361 esemplari. Qui il 4 cilindri a benzina turbocompresso da 1962 centimetri cubi erogava la bellezza di 170 cavalli. Fu lei la sovrana della gamma. Muscolare la sua estetica. Poi giunse la 75: un nuovo modello.

Alfa Romeo Giulietta
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