Arash AF-10: la supercar ispirata alla Ferrari Enzo

Arash AF-10

L‘Arash AF-10 del 2010 aveva una certa somiglianza stilistica con la Ferrari Enzo, specie nella vista laterale. Il modello del “cavallino rampante” era un punto di riferimento imprescindibile per ogni costruttore che volesse puntare al massimo, anche se lanciarsi nell’emulazione delle sue sublimi alchimie risultava un’impresa ardua per tutti. Il concetto non sfuggiva ad Arash Farboud, che di auto sportive se ne intendeva, se non altro perché in garage custodiva una bella collezione di bolidi italiani e tedeschi.

Questo estroso uomo d’affari, dopo aver creato la Farbio Gts, provò un’altra avventura nel settore delle auto sportive, con una supercar estrema, la cui anteprima avvenne nel 2009. Era, appunto, l’Arash AF-10, palesemente ispirata alla composizione suprema del “cavallino rampante”. La linea traeva spunto dalla gloriosa 12 cilindri di Maranello, facendo storcere il naso dei cultori del marchio emiliano.

Dal punto di vista concettuale il modello aveva molte frecce al suo arco. Basti dire che il telaio e la carrozzeria erano in fibra di carbonio, plasmata da fornitori esterni che annoveravano tra i clienti alcuni team di Formula 1. Una simile scelta progettuale si ripercosse positivamente sul peso, come testimoniano i 1.200 chilogrammi letti sulla scala della bilancia.

A spingere la vettura ci pensava il motore V8 da 7 litri della Corvette Z06, pompato dai 512 cavalli iniziali ai suoi 530 cavalli, grazie all’apporto d’ossigeno delle generose prese d’aria e agli interventi sull’impianto di scarico. La scatola del cambio proveniva da Graziano e migliorava i risultati del Tremax in uso sull’icona sportiva americana da cui mutuava il cuore.

Fra le opzioni considerate per il suo sviluppo, l’uso dell’unità da 6.2 litri che equipaggiava la Corvette ZR1, accreditata di 647 scalpitanti cavalli. Fra l’altro, si pose lo sguardo sulle opzioni aerodinamiche attive, per adattare in tempo reale il bilanciamento dell’auto alle mutevoli condizioni d’uso. Anche la configurazione iniziale, comunque, era già abbastanza curata sotto molti profili.

L’ala sul muso ripartiva i flussi, per ottenere un congruo carico sui due assi. Il complesso sistema di appendici deportanti non incideva pesantemente sulla linea della carrozzeria, le cui porte ad ali di gabbiano regalavano un accesso spettacolare all’abitacolo, scarno ma ben costruito. La sua concezione sembrava la sintesi di quell’efficienza funzionale che i progettisti inseguirono durante il ciclo creativo, per un pacchetto di buon livello.

Arash AF-10
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