Quando si parla di auto elettriche, talvolta ci si interroga sulla capacità della rete elettrica di far fronte a una loro diffusione capillare che, al momento, sembra un’ipotesi di scuola, visto il chiaro rigetto del mercato verso questa tipologia di veicoli, i cui limiti pratici sono evidenti. Nella città di Utrecht (Paesi Bassi) il problema ha già iniziato a manifestarsi, in modo concreto.
Questa perla di 358.454 abitanti, per la significativa presenza di mezzi alla spina, sta facendo i conti con delle congestioni nelle infrastrutture energetiche. Per far fronte agli intasamenti della rete, l’amministrazione ha deciso di abbassare la potenza erogata dalle colonnine di ricarica delle auto elettriche, con conseguenti disagi per gli utilizzatori di questi mezzi di trasporto.
Crescono infatti le attese e i tempi di rifornimento, come se già non bastassero quelli, già lunghi e talvolta estasianti, che si hanno in condizioni normali. Ma non finisce qui. Se il problema dovesse persistere, nonostante le misure adottate, saranno assunte misure più radicali. L’esecutivo della città nordica, dominata dalla splendida torre del Duomo, ha pensato ad altri provvedimenti restrittivi, cui fare ricorso in caso di necessità.
Il primo step sarà la disattivazione delle stazioni di ricarica delle auto elettriche nelle ore di picco. Se anche questo intervento non dovesse funzionare, magari per una crescita ulteriore del parco mezzi alla spina, si potrebbe valutare la possibilità di staccare le colonnine di rifornimento per periodi ancora più lunghi. L’azienda Stedin, che gestisce la rete, pensa a una disattivazione anche molto estesa, se il quadro dovesse peggiorare.
L’amministrazione comunale vuole evitare assolutamente che la ricarica contemporanea di molte auto elettriche possa congestionare la rete, producendo disagi alle utenze produttive e domestiche. Alcuni partiti rappresentati nel consiglio comunale vorrebbero spingersi ancora oltre, chiudendo il centro storico alle auto elettriche, al contrario di quello che succede in altri posti, dove, forse, l’incidenza di veicoli alla spina è meno significativa.