Auto elettriche, Pichetto: “Flop in Italia? Colpa degli stipendi bassi”

Secondo il Ministro Pichetto, il flop in Italia delle auto elettriche è dovuto agli stipendi troppo bassi, così come gli incentivi.
Ministro Pichetto

Il mercato delle auto elettriche in Italia mostra un andamento più lento rispetto ad altri Paesi europei come Germania e Francia. Nel mese di ottobre, la quota di mercato delle auto elettriche ha raggiunto solo il 4,1%, una cifra che evidenzia la necessità di stimoli adeguati per promuovere la transizione verso la mobilità elettrica nel nostro Paese.

Durante l’Automotive Business Summit 2023, il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha affrontato la questione, attribuendo il rallentamento principalmente a fattori economici legati agli stipendi troppo bassi in Italia: “La natura del ritardo in Italia della transizione verso le auto elettriche è un fatto principalmente di ordine economico perché il salario medio italiano avrebbe bisogno di un’integrazione almeno del 50 o 60% per essere alla pari del salario tedesco.”

La quota di mercato di auto elettriche in Italia è dovuta dagli stipendi troppo bassi

Colonnina auto elettriche

Il ministro ha spiegato che servirebbe un incentivo di tre o quattro volte più grande rispetto a quello attuale, per incentivare l’acquisto di auto elettriche in Italia. Tuttavia, al momento, le risorse limitate dello Stato impediscono interventi di tale portata. Secondo il ministro, l’unica alternativa è la riduzione dei costi nel processo produttivo, il che renderebbe i veicoli elettrici più accessibili agli italiani.

La problematica è complicata anche dalla presenza di un parco auto tra i più datati in Europa. La rottamazione delle vetture più inquinanti è un passo cruciale, ma le risorse statali risultano insufficienti per implementare tale operazione.

Riguardo alle auto elettriche, il ministro ha citato il caso della Spagna, dove la crescita del mercato è lenta, anche se la quota di mercato è più consistente rispetto all’Italia: “Anche in Spagna, ad esempio, l’elettrico va a rilento. Naturalmente se il mezzo costa 60.000, 70.000 o 80.000 euro, con un salario medio di 1.200 euro vuol dire che ci vorranno 4 o 5 anni di lavoro per raggiungere quell’obiettivo. E’ una questione di tempi, di salari, di cultura. Peraltro, nel piano nazionale integrato energia e clima, io ho previsto sei milioni al 2030 perché sono convinto che andando avanti ci sarà una crescita molto più accentuata.”

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