Autovelox in Italia: vincere il ricorso anti multa dopo la direttiva dell’Avvocatura

Inferno di regole confuse e disordinate per gli autovelox, con la direttiva dell’Avvocatura di Stato che non fa chiarezza.
velox

Le norme sugli autovelox in Italia sono l’inferno sulla Terra che nessuno capisce: lo conferma – secondo noi – la direttiva dell’Avvocatura di Stato. Ossia del ministero dell’Interno. Diretta a Prefetti e Comuni. Obiettivo: difendersi dai ricorsi degli automobilisti contro le multe date dagli stessi Comuni con autovelox ovunque. Pertanto, l’Avvocatura non fa chiarezza. 

Zero norme sull’omologazione

Gli autovelox vanno omologati secondo il Codice della Strada e la Cassazione. Non c’è il decreto per l’omologazione. Quindi, stando a varie associazioni dei consumatori e a numerosi legali, i velox sono illegali e le multe nulle. Basta fare ricorso a Giudice di Pace o Prefetto. Adesso, in attesa che siano le norme di omologazione degli autovelox arrivino (da parte del ministero delle Infrastrutture), ecco il ministero dell’Interno (il governo Meloni) che ha un target: “arginare la consistente mole di ricorsi” presentati dagli automobilisti dopo le tre ordinanze della Cassazione. I giudici dicono una cosa facile, normale, logica: solo i velox omologati “costituiscono fonte di prova per il riscontro del superamento dei limiti di velocità”. Le violazioni accertate con strumenti non omologati sono illecite. Chi ricorre vince.

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Parla l’Avvocatura

La difesa del Comune si imposta così: “Si pregano gli uffici di volersi attenere alle indicazioni fornite in modo da rappresentare uniformemente le ragioni di questo dicastero”. E “si confida nella consueta e fattiva collaborazione di codesti uffici nella delicata materia”. Basta dire che c’è “piena omogeneità tra le due procedure, di omologazione e di approvazione”. Invece, Codice della Strada e Cassazione sostengono che siano due cose diverse.

Come finisce in Cassazione? Il Comune rischia di perdere

Infine, l’Avvocatura ammette: un ricorso per Cassazione volto a censurare il recente indirizzo giurisprudenziale “si esporrebbe a una elevata alea di inammissibilità o, quantomeno, di infondatezza”. Tradotto: l’automobilista ha grosse possibilità di vittoria per la storia della mancata omologa dei velox. Questa la burocrazia sulla sicurezza stradale in Italia. Alla fine, se l’Unione europea, gli Usa, la Russia e la Cina ci maltrattano osservando la nostra legislazione su materie scottanti, non dobbiamo piangerci addosso.

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