Bentley Continental GT: come la Volkswagen perse il primo prototipo

Bentley Continental GT

La Bentley Continental GT fu prodotta dal 2003. Questa gran turismo 2+2 fu il primo modello dell’era Volkswagen e pose fine alla liaison fra il marchio della “B alata” e Rolls-Royce. Un cambio di passo di portata storica, che ebbe le sue complicazioni. La grossa coupé d’oltremanica nasceva sulla piattaforma Volkswagen D3.

Nella versione iniziale, il compito della spinta era affidato a un motore biturbo W12, da 6 litri di cilindrata, che metteva sul piatto 560 cavalli di potenza massima a 6100 giri al minuto, con una coppia di 650 Nm a 1600 giri al minuto. Questa energia veniva scaricata a terra sulle quattro ruote motrici, per un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 4.8 secondi e una velocità massima di 318 km/h.

Anche se Volkswagen acquisì la casa britannica nel 1998, il primo modello effettivamente progettato e costruito dai tedeschi fu il prototipo della Bentley Continental GT, nel 2001. Oggi quel muletto non esiste più. Infelice il suo destino. Durante le prove in pista, un problema alla trazione integrale fece perdere rapidamente velocità al modello. La cosa trasse in inganno il tizio al volante di una Lamborghini Gallardo che stava dietro. Inevitabile l’impatto ad alta velocità.

Per fortuna nessuno si fece troppo male, anche se l’uomo sull’auto del “toro” fu estratto fuori a fatica. Il prototipo della nuova gran turismo 2+2 era da mandare al macero. Anche quella esperienza, per quanto paurosa, contribuì allo sviluppo del modello, la cui presentazione avvenne al Salone di Ginevra del 2003, dopo che tutti i problemi di gioventù erano stati risolti.

Per la Bentley Continental GT si aprì un cammino commerciale felice. La clientela apprezzò quella creatura e il cambio filosofico di cui si faceva interprete. Calda l’accoglienza dei potenziali clienti, che riempirono d’ordini le concessionarie del marchio inglese. La storia del modello, partita con un passo falso, ebbe una buona spinta in termini di volumi di vendita. Ferdinand Piëch fu felice dei numeri messi a segno.

Fonte | Road and Track

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