Bentley installa un serbatoio di biocarburante di seconda generazione a Crewe

Bentley biocarburanti

Bentley ha collocato un serbatoio di biocarburante da 1200 litri all’interno del sito di produzione di Crewe. La cifra relativa alla capienza non impressiona, ma il contenuto è stato sufficiente per consentire ai veicoli dell’Heritage Collection e della flotta stampa di completare gli impegni del Goodwood Festival of Speed 2023, riducendo l’impatto in termini di emissioni di CO2 di circa l’85% rispetto alla benzina ordinaria. Chiuse con successo le 32 salite dell’appuntamento nel Sussex.

La Bentley Batur, col suo W12 da 750 cavalli alimentato con biocarburante di seconda generazione, ha completato l’azione in 55 secondi, posizionandosi fra le prime 3 vetture di “serie”. Anche l’ultima ammiraglia del marchio, la Bentayga EWB, è andata molto bene, completando la salita in 1 minuto e 21 secondi. La cifra è sorprendente se si pensa che l’auto trainava 2,5 tonnellate di paglia: abbastanza per alimentare l’auto, dopo la conversione in biocarburante, per 1.100 miglia.

Il biocarburante di seconda generazione ora installato da Bentley nel suo stabilimento di Crewe è conforme allo standard globale EN228 per la benzina, il che significa che è un perfetto sostituto del normale carburante per pompe. Non sono necessarie modifiche al motore, nemmeno per l’auto più vecchia sopravvissuta del marchio inglese, la 1920 EXP2.

Bentley biocarburanti

Qualsiasi Bentley costruita sino ad oggi funzionerà con la stessa potenza e fluidità con il biocarburante di seconda generazione, come se avesse normale benzina per pompe nel serbatoio, riducendo drasticamente la sua impronta di carbonio.

A differenza dei biocarburanti di prima generazione, che sono ottenuti da colture alimentari, i biocarburanti di seconda generazione utilizzano prodotti di scarto, compresi rifiuti agricoli o forestali e sottoprodotti dell’industria alimentare. Durante il processo di produzione la biomassa di scarto viene scomposta mediante fermentazione, portando alla creazione di etanolo.

La disidratazione di questo lo converte in etilene, che può essere trasformata in benzina attraverso il processo di oligomerizzazione, concatenando insieme brevi molecole di idrocarburi per produrne di più lunghe e più dense di energia. Il carburante prodotto è rinnovabile al 100% e offre una riduzione stimata dell’85% dell’impatto di CO2 rispetto alla benzina convenzionale. Utilizzando materiali di scarto che altrimenti verrebbero smaltiti, il biocarburante di seconda generazione evita il dilemma “cibo contro carburante” associato ai biocarburanti di prima generazione.

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