Bugatti Tipo 35T: la scultura siciliana che ha incantato Tirana

Partendo da scarti di ferro, un artista siciliano, sostenuto da un grandissimo appassionato della Targa Florio, ha dato vita a un capolavoro.
Scultura Bugatti Tipo 35T
Foto Museo Vincenzo Florio Cerda

In tempi recenti è stata esposta all’Automotive Fair Albania, a Tirana, dove ha guadagnato uno spazio centrale nella tela espositiva, come una regina. C’è riuscita pur non essendo una vera Bugatti Tipo 35T, ma una riproduzione artistica in scala reale della vettura da corsa alsaziana, plasmata in ferro dall’artista siciliano Calogero Sperandeo. Davvero incredibile la finezza di questa scultura, che onora con passione e spirito creativo un modello leggendario.

Nella fiera automobilistica albanese, l’opera è stata messa in bella evidenza nella hall, in un palco vestito come un red carpet, completato da una semiluna tecnologica tempestata di monitor giganti, dove sono state proiettate delle immagini storiche della Targa Florio. Una scenografia suggestiva, per rendere omaggio alla corsa ideata da don Vincenzo Florio e al Museo di Cerda che ne onora al meglio la memoria, grazie all’incredibile passione di Antonio Catanzaro, suo conservatore, che ha voluto la scultura, legata alla sfida siciliana.

Si tratta, infatti, di una replica artistica della vettura che vinse la Targa Florio del 1926, con il pilota Meo Costantini affiancato dal meccanico Solderini sulle polverose arterie madonite. Per particolare coincidenza, il Museo di Cerda espone nei suoi spazi anche la Targa di quell’anno, l’unica assegnata ad una casa costruttrice, quella francese appunto.

Bugatti Tipo 35T
Foto Museo Vincenzo Florio Cerda

La Bugatti Tipo 35T appartiene a una famiglia di modelli da gara prodotti dal marchio alsaziano tra il 1924 al 1931. Fra i suoi punti di forza, la compattezza e la leggerezza. La Tipo 35 è una delle vetture da corsa più famose e significative della storia, con oltre 2 mila vittorie messe a segno tra pista e strada. Un record stratosferico.

Quella esposta in forma scultorea al Museo di Cerda celebra, nello specifico, uno step evolutivo del modello iniziale, che prese forma nella primavera del 1926. La novità di maggior rilievo rispetto alle sorelle nate prima era la la cilindrata, portata da 1991 centimetri cubi a 2262 centimetri cubi, grazie a una corsa maggiorata. Il cambiamento non portò benefici sulla potenza massima, ferma sempre a 100 cavalli, ma regalò maggiore elasticità di marcia e una maggiore robustezza meccanica.

Qualche beneficio si ebbe sulla punta velocistica, cresciuta a 190 km/h. Il modello prese forma in soli 13 esemplari. Uno di questi vinse la Targa Florio del 1926. È lo stesso riprodotto da Calogero Speradeo ed esposto, come scultura emblematica dell’evento agonistico siciliano, all’Automotive Fair Albania di Tirana.

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