BYD, il colosso cinese dei veicoli elettrici “sospinto” dai sussidi governativi

Il sostegno a BYD è “almeno tre o quattro volte” superiore a quello che può essere presente nei principali paesi dell’Unione europea.
BYD, il colosso cinese dei veicoli elettrici

Il colosso cinese BYD avrebbe ricevuto almeno 3,4 miliardi di euro (3,7 miliardi di dollari) in sussidi governativi diretti. Il pacchetto corposo (eufemisticamente) è parte della strategia di Pechino per dominare il settore dei veicoli elettrici e altre tecnologie pulite.

Gli aiuti al principale produttore della Cina, BYD appunto, ha consentito una crescita esponenziale sulla produzione e promozione dei suoi veicoli elettrici. Gli aiuti governativi sono passati da 220 milioni di euro nel 2020 a 2,1 miliardi di euro solo due anni dopo. Lo evidenzia il Kiel Institute for the World Economy in Germania.

BYD, il colosso cinese dei veicoli elettrici

Oltre ai sussidi diretti, BYD ha beneficiato di ulteriori vantaggi. Possiamo elencare per primo anche il sostegno ai produttori locali di batterie e sconti per gli acquirenti delle sue auto. Il quadro emerge dal rapporto pubblicato dall’ente tedesco. Intanto l’Unione Europea indaga su presunti aiuti illegali a favore del settore cinese dei veicoli elettrici che avrebbero “disturbato” le normali dinamiche della concorrenza.

La situazione è molto più complessa: tra mercato libero ed economia socialista (il dualismo in cui galleggia la Cina) si insinuano fenomeni quali lo scambio commerciale internazionale, la globalizzazione di tecnologie e innovazioni, oltre che grandi piani multilaterali per lo sviluppo di certi settore e per (ultimo) l’ambiente. E così abbiamo spiegato ancora troppo poco per comprendere quanto complessa sia la libertà della Cina di “danneggiare” i suoi competitor slealmente.

“Sovvenzioni come quelle concesse a BYD hanno permesso alle aziende cinesi di espandersi rapidamente, dominare il mercato cinese e facilitare la loro crescente espansione nei mercati dell’UE”, ha affermato l’istituto tedesco. L’UE si trova ad affrontare richieste di riequilibrare il commercio con la Cina, mentre paesi come la Francia segnalano una minaccia economica derivante dall’eccesso di prodotti cinesi.

BYD, il colosso cinese dei veicoli elettrici

BYD, insieme ad altri colossi come Nio e Geely, si sta espandendo in Europa dopo aver consolidato la sua presenza in Cina. Qui, i produttori occidentali come Tesla e Volkswagen stanno perdendo quote di mercato in una feroce battaglia dei prezzi. Quasi tutte le società quotate cinesi, d’altronde, hanno ricevuto aiuti diretti nel 2022, secondo il Kiel Institute. Il sostegno è “almeno tre o quattro volte” superiore a quello nei principali paesi dell’Ue.

La Cina ha etichettato l’indagine sui sussidi come “protezionista” e afferma che le sue case automobilistiche stanno vincendo la corsa ai veicoli elettrici semplicemente grazie a prodotti di qualità superiore. I produttori cinesi di veicoli elettrici si affidano alla “continua innovazione tecnologica” e alle catene di fornitura locali avanzate, come affermato dal ministro del Commercio cinese Wang Wentao.

Intanto, BYD ha registrato un utile netto nel 2023 di circa 30 miliardi di yuan (4,2 miliardi di dollari). Per indicare un dato emblematico, la sua hatchback Seagull, dotata di un touchscreen rotante da 10 pollici, viene venduta a meno di 10.000 dollari. Se non è disarmante questo…

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