Auto elettriche, i porti europei sono intasati dall’esportazione cinese

La presenza attuale delle auto elettriche cinesi rappresenta un campanello d’allarme per tutte le industrie coinvolte in Europa.
Auto elettriche, i porti europei sono intasati dall'esportazione cinese

C’è un “blocco” piuttosto significativo che sta attanagliando i porti europei. Infatti, migliaia di auto elettriche di produzione cinese si ritrovano bloccate. Pare proprio che le case automobilistiche e i distributori fatichino a far fronte all’enorme afflusso di auto elettriche dall’Oriente. Queste si accumulano nei terminal marittimi più trafficati d’Europa, si pensi ad Anversa in Belgio e Bremerhaven in Germania.

Auto elettriche, i porti europei sono intasati dall'esportazione cinese

Ma perché si arriva a creare questo caos logistico? Innanzitutto, la mancanza di un quadro adeguato rappresenta un ostacolo significativo. In sostanza, una volta scaricati i veicoli dai container, le auto elettriche cinesi non riescono a trovare camionisti e mezzi di trasporto a sufficienza per raggiungere i concessionari. “La navigazione interna nei mercati europei è una sfida per i veicoli elettrici cinesi”, afferma Cui Dongshu, segretario generale della China Passenger Car Association.

Non solo. Pare che, a quanto riporta il Financial Times, è in atto una forte domanda di camion per il trasporto dei veicoli da parte di Tesla, e questo sta ulteriormente aggravando la situazione.

Questo “ingorgo” coincide esattamente con l’espansione aggressiva delle case automobilistiche cinesi in Europa e Sud America. BYD, SAIC, Great Wall Motors e Chery, solo per elencarne alcune, stanno cercando di conquistare nuovi mercati. Nel frattempo, la domanda di auto elettriche nel mercato interno si comincia a raffreddare, nonostante la capacità produttiva in continua crescita.

Auto elettriche, i porti europei sono intasati dall'esportazione cinese

Circa due settimane fa, il segretario al Tesoro americano Janet Yellen ha espresso preoccupazione per la sovraccapacità industriale cinese durante un incontro a Pechino. Yellen non ha annunciato nuovi dazi, ma ha sottolineato i “rischi significativi” che le “crescenti ricadute” della Cina pongono per lavoratori e imprese nel resto del mondo.

Solo una settimana dopo, il ministro del Commercio cinese Wang Wentao ha negato con veemenza queste preoccupazioni in un vertice a Parigi. Wentao, organizzatore del vertice per “approfondire la cooperazione pratica nel settore delle auto elettriche tra Cina ed Europa”, ha definito le accuse di “eccesso di produzione” come “infondate”.

La situazione attuale rappresenta comunque un campanello d’allarme per tutte le industrie coinvolte. Le case automobilistiche cinesi dovranno trovare soluzioni logistiche più efficienti per distribuire i loro veicoli in Europa. Ma non si può mettere totalmente da parte il dialogo costruttivo per la gestione delle diverse capacità industriali sul settore dei veicoli elettrici.

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