La Ferrari 348 fu introdotta nel 1989, quando nel mese di settembre avvenne il suo lancio al Salone dell’Auto di Francoforte, con le versioni TB e TS. Nacque come erede della 328. La sigla fa riferimento alla cilindrata totale del motore (3,4 litri) e al numero di cilindri (8).
Questa unità propulsiva, nelle versioni iniziali, erogava una potenza massima di 300 cavalli a 7200 giri al minuto (295 col catalizzatore) e una coppia massima di 324 Nm a 4200 giri al minuto.
Le prestazioni erano di grande spessore, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 5,6 secondi e da 0 a 200 km/h in 20,2 secondi. Il chilometro con partenza da fermo veniva archiviato in 24.7 secondi. Notevole la punta velocistica, che si spingeva oltre i 275 km/h. Davvero niente male per un’auto di accesso alla gamma del “cavallino rampante“. A condire l’azione ci pensavano le fantastiche note musicali provenienti dal cuore meccanico.
Splendido il design, con linee sinuose e sportive che conferiscono armonia e slancio alla carrozzeria. Il merito della sua bellezza va a Leonardo Fioravanti, autore dei tratti per Pininfarina. Molti i richiami alla Testarossa, di cui la Ferrari 348 era la sorella minore. Spazioso e confortevole l’abitacolo, specie rispetto alle realizzazioni precedenti dello stesso segmento.
Oggi sul mercato dell’usato le quotazioni di questa “rossa” sono in leggera ascesa, ma pesa il giudizio critico nei confronti del modello espresso da Luca di Montezemolo. Anche gli ingegneri Mauro Forghieri e Nicola Materazzi mossero degli appunti.
La Ferrari 348 offre un’esperienza di guida emozionante, ma bisogna saperci fare. È pure molto affidabile sul piano meccanico. Questa berlinetta ha il motore disposto in senso longitudinale, a differenza della 328. Grazie al carter secco, la posizione del cuore è più bassa di 13 centimetri rispetto alla progenitrice, con riflessi positivi sul baricentro.
TB e TS stanno per trasversale berlinetta e trasversale spider. Il riferimento è alla disposizione del cambio a 5 marce, rigorosamente manuale. Fra le grandi innovazioni introdotte dalla 348, va menzionato il telaio semi-monoscocca ad alta resistenza torsionale, che prese il posto dei precedenti tralicci tubolari in acciaio. Nel 1993 giunsero le GTB, GTS e Spider da 320 cavalli. Qui la presa scenica si fece ancora più alta e il quadro prestazionale ancora più incisivo. Il primato, sul piano dinamico, va alla 348 GT Competizione, coi suoi 330 cavalli.