Fretta di elettrificare? Stellantis ha sperimentato gli effetti rovinosi di una spinta forse troppo ardita per la sua piccola elettrica. La transizione verso la mobilità elettrica è stata e continua a essere un cammino tortuoso per molte case automobilistiche. Fiat non fa eccezione.
Alcuni marchi sono riusciti a ritagliarsi un ruolo significativo in questo mercato emergente, ma Fiat si trova a fronteggiare difficoltà importanti con la sua 500e, il cui futuro appare incerto. Sono scarse le vendite e il crollo si è fatto sentire. Il calo di questo modello rappresenta una sfida preoccupante. Tra gennaio e settembre di quest’anno, Fiat ha registrato solo 18.500 unità della 500e immatricolate, un drammatico -83% rispetto alle 52.000 dello stesso periodo dell’anno precedente.
La crisi colpisce direttamente lo storico stabilimento Mirafiori, operativo dal 1939 e simbolo della tradizione industriale italiana. Questo impianto ha prodotto modelli leggendari come la Fiat Topolino e le varie generazioni della 500, ma oggi è dedicato esclusivamente alla 500e. Con la domanda in calo, Stellantis ha deciso di interrompere più volte la produzione a Mirafiori, con l’ultima sospensione prevista dal 2 dicembre al 5 gennaio. Questa situazione lascia i lavoratori in una condizione di crescente incertezza.
Nonostante il suo design iconico e la praticità per l’utilizzo urbano, la Fiat 500e fatica a conquistare i consumatori per due motivi principali. Ha un prezzo elevato per quello che offre, dato che il modello base costa 27.018 euro, avvicinandosi a proposte come la Tesla Model 3. E poi, ha un’autonomia limitata, con 332 km e una potenza di 95 CV, prestazioni che non soddisfano le aspettative di un mercato sempre più competitivo.
Stellantis, quindi, sta valutando due possibili strategie. Si parla da tempo della versione ibrida, un’opzione più economica e appetibile. L’elettrica di nuova generazione sarebbe stata rinviata al 2027, sperando in condizioni di mercato migliori.
Si considera persino la chiusura dello stabilimento di Mirafiori che rappresenterebbe un colpo durissimo per i lavoratori e per l’industria automobilistica italiana. Decisioni strategiche affrettate, guidate dalle pressioni normative e di mercato, stanno ora pesando sui risultati di molte aziende del settore. La sfida per Fiat non è solo salvare il modello iconico, ma trovare un equilibrio per sopravvivere.