Fiat Croma: la vecchia ammiraglia della casa torinese dal look equilibrato

Non era l’auto più affascinante della specie, ma la Fiat Croma seppe ritagliarsi il suo spazio fra le berline italiane di fascia alta.
Fiat Croma
Foto Fiat

La Fiat Croma prima serie fece il suo debutto in società nel 1985. Era l’epoca della Ferrari Testarossa come ammiraglia del Made in Italy, in un periodo spumeggiante per il Belpaese, dove l’ottimismo e la voglia di sognare dominavano ancora la scena. Questa berlina torinese nacque nell’ambito del progetto “Tipo Quattro“, insieme alla Lancia Thema, alla Saab 9000 e all’Alfa Romeo 164.

Tutte erano derivate dalla stessa piattaforma, per ottimizzare i costi, nel quadro di un sistema efficace di sinergie industriali. Ciascuna di esse aveva una specifica identità, nonostante la base strutturale comune. I tecnici, infatti, seppero conferire ai quattro modelli un carattere ben spiccato.

La Fiat Croma puntava molto sulla concretezza. Pur non regalando particolari stimoli emotivi, aveva dalla sua un’estetica molto riuscita, che la faceva entrare nel cuore sin dal primo sguardo. Certo: non aveva l’elegante grinta della 164 o la classe della Thema, ma sapeva farsi valere con il suo look armonico ed estremamente pulito, frutto del centro stile interno, ma con la supervisione di Tom Tjaarda e Giorgetto Giugiaro. Da molte persone e da diversi enti istituzionali fu scelta come auto di rappresentanza.

Fiat Croma
Foto Fiat

Questa vettura a due volumi e mezzo piacque alla gente, come testimoniano i 438 mila esemplari consegnati alla clientela. Fra i suoi punti di forza il felice rapporto qualità prezzo e l’economia di esercizio. Pur essendo l’ammiraglia della casa torinese, aveva costi di manutenzione non particolarmente esosi. In virtù di ciò, rese possibile ad alcuni il salto verso un segmento automobilistico superiore.

La Fiat Croma proponeva alla scelta diverse motorizzazioni. C’erano le versioni 1.6 e 2.0 a carburatori e quelle da 2.0 litri ad iniezione, in versione aspirata e turbo. Le potenze andavano da 83 a 155 cavalli. Meno vigoroso il cuore diesel da 2.5 litri, con 75 cavalli all’attivo. Poi giunse il turbodiesel da 2.4 litri e 100 cavalli di potenza. Nel 1991 fu il turno di un restyling del modello, che conferì più carattere al frontale. Sparirono dal listino le versioni di cilindrata più bassa, mentre arrivò in gamma quella da 160 cavalli, spinta da un V6 aspirato da 2.5 litri proveniente dall’Alfa Romeo.

NotizieAuto.it fa parte del nuovo servizio Google News, selezionaci tra i preferiti cliccando in alto la stellinaClicca Qui!