La Ford GT40 che vinse la 24 Ore di Le Mans del 1969, con Jacky Ickx e Jackie Olivier, è una delle auto da corsa più iconiche di tutti i tempi. In realtà il successo dei due, a bordo della “belva” statunitense, non fu il frutto di un dominio, ma l’esito di una serie di circostanze che segnarono quell’edizione della sfida transalpina. Su tutte, una terribile disgrazia: la morte al primo giro del pilota britannico John Woolfe, a bordo della sua Porsche 917, per un incidente in gara che si rivelò così catastrofico forse per il non corretto uso delle cinture di sicurezza.
In quel periodo, infatti, era abbastanza diffusa l’abitudine di non allacciare al meglio questi accessori di protezione allo start, per la particolare procedura di partenza. L’intento dei piloti era quello di guadagnare subito la pista, per poi legarsi bene al sedile al primo rientro ai box, con l’assistenza dei meccanici. Quel dramma fece capire quanto fosse pericolosa la pratica. Dall’edizione successiva della 24 Ore di Le Mans si cambiò registro, con una modalità di partenza più sicura.
La sfida della Sarthe del 1969 fu caratterizzata, come altre edizioni della stessa corsa, da diversi ritiri e crash, che incisero sulla fisionomia della classifica, agevolando il successo di Jacky Ickx e del suo compagno d’avventura. Il pilota belga ebbe la meglio per pochi secondi su Hans Herrmann, al volante di una Porsche 908. Da segnalare come la Ford GT40 col telaio numero “1075”, che tagliò per prima la linea del traguardo, era la stessa che si era imposta l’anno prima. Quella vettura è entrata nella leggenda. Gli appassionati hanno una venerazione nei suoi confronti, anche per i colori Gulf.
Amalgam Collection offre oggi la possibilità di acquistare una superba replica in scala 1:8 del modello, perfettamente riprodotta in ogni dettaglio. Il prezzo di acquisto fa una grande selezione: qui si parla di 21.375 euro, una cifra non accessibile a tutte le tasche. Gli artigiani dell’atelier inglese, ancora una volta, stupiscono per la qualità della loro opera, difficilmente distinguibile dall’auto vera negli scatti, in assenza di elementi che diano riferimenti dimensionali. Anche i segni di sporcizia (fango, olio) portati al traguardo di quella edizione della sfida della Sarthe sono perfettamente imitati nella livrea del modello in scala, rendendolo ancora più suggestivo, almeno per chi ama la storia delle corse. A voi il video dell’auto reale.