Hard tuning su una Ferrari 612 Scaglietti, con rimandi alla 250 TR

Sulle auto del “cavallino rampante” possono mettere mano solo a Maranello. Le Ferrari sono opere d’arte su cui il pennello può essere usato soltanto dall’autore.
Ferrari con tuning pesante
Screen shot da video Larry Chen

Spesso il tuning è dissacrante, ma la blasfemia raggiunge livelli stellari in questa interpretazione della Ferrari 612 Scaglietti, battezzata 612 TR. Per carità, nulla da dire sulla qualità artigianale della realizzazione, eseguita con sublime padronanza del mestiere, ma le “rosse” non si toccano, almeno secondo me.

Lo sviluppo del modello ha preso forma negli Stati Uniti, consegnando al mondo un oggetto la cui stessa esistenza fa male agli appassionati del “cavallino rampante“, almeno a quelli più veri e tradizionalisti. L’auto di partenza, infatti, è stata completamente rivista, assumendo un look totalmente diverso.

I tratti sono ora in qualche modo ispirati a quelli della mitica Ferrari 250 Testa Rossa. Già questa sarebbe un’eresia. Diventa ancora più grave perché i rimandi sono stati appesantiti da orpelli moderni, talvolta stravaganti, e da un alettone posteriore che sembra strappato da un vettura scesa in pista alla 24 Ore di Le Mans, nella categoria GT3. Ad aggravare il quadro provvede il costante intreccio fra presente e passato che si coglie in ogni elemento della trasformazione. L’abitacolo è moderno; il look vintage; i dettagli, talvolta, futuristici. Qualcuno direbbe che ce n’è per tutti i gusti, ma la coerenza si fatica a cogliere.

Ferrari con tuning pesante
Screen shot da video Larry Chen

Certo, con un auto del genere è facile calamitare gli sguardi su strada, ma i commenti non penso saranno spesso benevoli, anche fuori dai circoli più esclusivi. Secondo me è un tuning di cui si poteva e si doveva fare a meno, anche se a qualcuno probabilmente piacerà. Del resto si dice che il mondo è bello perché è vario. Io rabbrividisco anche alla semplice sostituzione di uno specchietto retrovisore di una Ferrari, figuriamoci al cospetto di un intervento di pesante chirurgia estetica e genetica come questo.

Forse sono un romanticone, legato a un sentimento oggi in via d’estinzione, ma non mi pento della mia natura e non cedo alle lusinghe del cambiamento, se questo è il cambiamento prodotto dall’evoluzione dei tempi. Devo ammettere, però, che l’attenzione ai dettagli è sorprendente e che la costruzione sembra eccellente. Chi ha eseguito i lavori conosce bene il mestiere. Si tratta sicuramente di un professionista di altissimo livello, ma avrebbe dovuto orientare in altro modo la sua arte. Questo, almeno, a mio parere.

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