La strada è un territorio dove le incognite possono essere dietro l’angolo. Lo hanno scoperto, a loro spese, alcuni automobilisti cinesi. Il video mostra l’accaduto. Si nota una Lamborghini Huracán ferma sulla corsia più esterna, per un guasto. Il suo conducente è fuori dall’auto, con il telefono in mano e il cofano anteriore aperto. Poi il tizio si sposta dietro, per cercare di dirottare gli altri veicoli sulla corsia più interna, prima di attraversare la sede autostradale a piedi.
La supercar del “toro” resta ferma nella sua posizione, con le quattro frecce accese. Non sembra che ci sia un triangolo alle spalle della vettura emiliana, ma non sappiamo quali regole vigano in quell’area del mondo. Probabilmente la sportiva di Sant’Agata Bolognese si è fermata all’improvviso, senza lasciare al conducente la possibilità di posizionarsi sul margine destro della strada o, quanto meno, più vicina al bordo sinistro.
Nessuno di noi avrebbe voluto trovarsi al posto del tizio con la Lamborghini Huracán e degli altri automobilisti in transito, nella cornice ambientale in cui i fatti hanno preso forma. Sono di quelle cose che scombussolano e che non sempre lasciano una perfetta lucidità mentale.
Nei fotogrammi del video, a un certo punto, entra nel campo di ripresa un grosso SUV (pare sia un Geely Xingyue L), che si schianta a ritmo sostenuto contro la supercar italiana, fiondata prma contro le barriere di protezione e poi sul lato opposto della carreggiata. Un’Audi, che arriva poco dopo, riesce a fermarsi in tempo, grazie alla prontezza di riflessi del conducente, che riesce a controllare bene qualche piccolo ondeggiamento del mezzo.
Come fanno notare i colleghi di carscoops, l’uomo al volante del SUV sembra non fare alcuno sforzo per rallentare, prima di schiantarsi sul retro della Lamborghini Huracán ferma sulla corsia di sorpasso. La forza dell’urto fa girare a più riprese anche lo Sport Utility Vehicle. Speriamo che, nell’incidente, non ci sono state delle vittime e che tutto si sia limitato a un grande spavento e ai danni fisici ai mezzi coinvolti. Questi, insieme ai disagi prodotti sul traffico, passano decisamente in secondo piano quando il rischio è di perdere delle vite umane.
