Lamborghini LM002: la storia travagliata di un “toro” folle

Certi progetti sfidano l’ardimento e rischiano di buttare in aria una storia nobile.
Lamborghini LM002
Foto Lamorghini

La nascita della Lamborghini LM002 mandò il marchio sull’orlo del precipizio, ma dimostra che quando si vuole qualcosa si è disposti ad affrontare qualsiasi ostacolo. L’idea di un SUV del “toro” fu impegnativa e bizzarra. Si può dire che la sua nascita fu il frutto di una storia contorta, durata diversi anni. La racconta, nel video in coda al post, Jason Cammisa, per Hagerty.

Il progetto, nella sua configurazione iniziale, guardava al mercato militare. L’obiettivo era quello di ottenere in fretta delle risorse per tenere in piedi la produzione della mitica Countach, in una fase un po’ difficile per il mercato delle supercar. Fra le iniziative messe in campo, ci fu anche lo sviluppo di un veicolo per gli eserciti. Questo fu chiamato Cheetah e fece il suo debutto pubblico al Motor Show di Ginevra del 1977.

Le cose, per una serie di traversie, non andarono come sperato. Il quadro finanziario si fece disastroso per Lamborghini. Nonostante ciò, quell’idea andò avanti, in una nuova dimensione. Si decise di spostare il motore in posizione anteriore. Sotto il cofano trovò spazio un mastodontico V12.

Lamborghini LM002
Foto Lamborghini

Gli interni furono rivestiti in modo sfarzoso, con ampie distese di pellami di lusso. Diversi ricchi, soprattutto del Medo Oriente, staccarono l’assegno per l’acquisto. In totale il modello prese forma in 301 esemplari. Non tanti, ma sufficienti a dimostrare che un’idea fortemente caldeggiata può superare qualsiasi ostacolo, anche quello del fallimento.

La Lamborghini LM002 del 1986, in qualche modo, discende dalla “Cheetah”. Quel concept fu po’ affinato nel 1981 con la LM001. Dopo, giunse lei. La gigantesca opera del “toro” viene considerata da alcuni come una sorta di madre spirituale dell’Hummer. Spiccata la sua personalità, con doti abbondantemente superiori a quelle degli altri modelli della specie presenti sul mercato in quel periodo storico. Le ampie dimensioni ne facevano una sorta di panzer, che incuteva timore sin dal primo sguardo.

Questa insolita Lamborghini seppe suscitare abbondanti dosi di curiosità, anche perché rappresentava un forte elemento di rottura rispetto alle alchimie classiche delle supercar di Sant’Agata Bolognese. Il fil rouge col resto della gamma era nel look dirompente e nell’energia estrema, che in qualche modo la coniugava idealmente alla Countach, da cui ereditava il motore V12 della versione Quattrovalvole, adattato allo scopo.

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Fonte | Carscoops

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