Le 3 auto con uno speciale design da “squalo”

Squali e auto condividono molte cose, soprattutto in fatto di design e aggressività (almeno apparente). Sono entrambi veloci, minacciosi e hanno tutta l’attenzione su di sé.

Invece di perdere tempo a guardare per l’ennesima volta un titolo come Sharknado possiamo sempre far brillare gli occhi con delle auto davvero speciali. Ecco 3 auto che hanno semplicemente preso da riferimento uno squalo e hanno trasformato un’idea creativa in un’auto.

Chevrolet Mako Shark I/ XP-755

La Corvette di seconda generazione, nota anche come Sting Ray, nel 1961 era “vittima” dei designer più arditi. Avevano già individuato la sua essenza, il suo stile, ispirato alla Stingray Racer del ’57. Così è nata lo Mako Shark. Si trattava di una Corvette C2 decappottabile, trasformata da dettagli unici, oltre che da un V-8 sovralimentato, scarichi con uscita laterale, uno specchietto sul tetto a periscopio e “branchie” posizionate appena dietro le ruote anteriori.

Pare che Bill Mitchell, il designer, abbia ripetutamente chiesto ai dipendenti di dipingere l’auto in modo che si abbinasse perfettamente a un pesce che aveva catturato e posizionato in ufficio. Alla fine è stato il pesce ad adattarsi all’auto.

Bizzarrini Manta

Il nome recita “manta” ma si tratta di una razza. E la razza è anche un pesce cartilagineo, come uno squalo. Ma a essere davvero sinceri, si intravede molto più uno squalo che una razza in questo concept di Bizzarrini, il primo progetto di Giorgetto Giugiaro dopo aver lasciato Ghia e avviato ItalDesign. Descritta come una “gran turismo”, il parabrezza anteriore della Manta è inclinato di ben 15 gradi, con una soluzione di continuità tra anteriore e posteriore davvero eccezionale. L’estrema larghezza dell’auto permetteva di installare anche una fila a tre posti, con il guidatore davanti al centro.

La Manta conservava un telaio tubolare e un V-8 Chevrolet montato in posizione centrale, che sviluppava circa 400 CV. La Manta è scomparsa dai radar per qualche tempo dopo la sua presentazione iniziale, ed è riemersa negli anni ’80 e poi con la sua tonalità verde originale nel 2005.

Monteverdi Hai

L’approccio di Monteverdi per le auto sportive di lusso era semplice. Un motore Chrysler V-8, un telaio svizzero su misura e una deliziosa carrozzeria italiana. Alla fine degli anni ’60 la casa automobilistica portò avanti il progetto di un’auto sportiva con motore posteriore. Un motore Hemi V-8 è stato posizionato al centro dell’auto, al di sopra una carrozzeria snella e sinuosa dettagli “muscolosi”.

Il muso aggressivo ha contribuito a ispirare il soprannome di Hai, ovvero “squalo” in tedesco. Le prestazioni non erano da meno. L’auto è stata cronometrata con un 0-100 da 4,7 secondi e una velocità massima di circa 285 km/h.

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