Tesla, sotto la guida di Elon Musk, ha assunto un ruolo simile a quello che poteva rappresentare in qualche modo Volvo aveva nel corso dei ruggenti anni Ottanta in America. Si trattava di un rampante simbolo di status oltre che di modernità. Tesla è, proprio in virtù di questo aspetto assunto dal brand, amatissima oppure odiatissima. Qualcuno direbbe che è “divisiva”.
Oltre 40 anni fa Volvo era la scelta preferita per l’élite intellettuale, soprattutto progressista, specialmente a New York, dove le sue station wagon apparivano persino nei film di Woody Allen. Oggi Tesla è senza dubbio l’auto elettrica di riferimento, in primis per i competitor diretti, le altre case produttrici di “potenziali icone”, ma anche per coloro che vogliono essere alla moda.
Non solo moda: Tesla è divenuta anche sinonimo di sensibilità a certe tematiche, specie quelle che indicano una forte inclinazione verso il mondo dell’ecologia e, quindi, degli ambientalisti. Tuttavia, questo status potrebbe essere messo in discussione. E come ci ha abituati il numero uno della casa automobilistica americana, i cambiamenti e le sorprese (anche quelle negative!) sono sempre dietro l’angolo.
Con l’avvicinamento di Musk a Donald Trump, appoggio reso noto molto tempo prima della vittoria alle ultime elezioni americane di pochi giorni fa (anche con una campagna elettorale attiva), alcuni clienti di Tesla hanno iniziato a mettere in discussione l’immagine “cool” del marchio. Lo stesso Musk ha persino proposto di ricompensare con il metodo di una strampalata e assurda lotteria ogni americano che votava Trump con ben un milione di dollari. Clientelismo indiretto che lo ha reso uno dei personaggi citati direttamente da Trump un minuto dopo aver appreso i risultati trionfali della corsa alla Casa Bianca.
La posizione politica di Elon Musk ha dunque alienato una parte del pubblico progressista, portando a una diminuzione delle vendite, soprattutto nella Silicon Valley. È un fatto che la stessa reputazione di Musk sia un elemento fondamentale anche nel successo e nelle vendita di Tesla.
Un’indagine recente ha rivelato che tra gennaio e luglio di quest’anno, le vendite di Tesla nella contea di Santa Clara (un distretto ricco e popolosissimo nell’elettrificatissima California) sono calate del 22%, mentre quelle dei suoi concorrenti sono aumentate del 44%. La causa di questo calo sarebbe da ricercarsi proprio nella crescente antipatia verso Musk, che sembra essersi avvicinato troppo alla politica conservatrice americana.
Anche se Tesla continua a valere miliardi e ha un futuro radioso grazie agli appalti governativi con SpaceX, la sua immagine potrebbe subire danni irreversibili tra i consumatori più progressisti. Tesla rimarrà allora un’auto simbolo di innovazione e progresso o rischia di essere relegata e condannata come auto della destra?