Malumori dopo il rinvio dei limiti sulle emissioni da parte dell’Ue: a chi conviene?

L’Ue ha deciso di rimandare di altri tre anni l’entrata in vigore delle restrizioni sulle emissioni, scatenando reazioni contrastanti.
von der leyen, ue commissione

A cinque anni dall’inizio della pandemia da COVID-19, il settore auto fatica ancora a ritrovare stabilità, tra costi di produzione in continuo aumento, una concorrenza feroce e profitti sempre più difficili da prevedere. A rendere la situazione ancora più complessa ci sono le decisioni prese dall’Ue, che invece di garantire certezze sembrano aggiungere nuove incognite.

L’Unione Europea, infatti, ha deciso di rimandare di altri tre anni l’entrata in vigore delle restrizioni sulle emissioni, scatenando reazioni contrastanti. Se da un lato alcuni produttori si sentono penalizzati, dall’altro molti guadagnano tempo per adeguare la propria produzione. Ma chi esce davvero vincitore da questo cambiamento?

ue commissione

Le norme ambientali aggiornate sono entrate ufficialmente in vigore l’1 gennaio 2025, imponendo ai costruttori di limitare le emissioni medie di CO2 a 95 grammi per ogni veicolo venduto. Superare questa soglia significa affrontare sanzioni economiche particolarmente severe. L’ACEA (Associazione europea dei costruttori di automobili) aveva stimato che le case automobilistiche rischiavano di dover versare collettivamente fino a 15 miliardi di euro in multe, con il rischio che questi costi venissero scaricati direttamente sui clienti attraverso un aumento dei prezzi.

Come previsto, infatti, i listini sono già saliti sensibilmente, con possibili ripercussioni negative sulle vendite. Le proteste dei produttori non si sono fatte attendere, spingendo l’Ue a rivedere i suoi piani. Dopo aver analizzato i primi dati dell’anno, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, alla fine, ha annunciato una sospensione di tre anni, rinviando l’applicazione effettiva delle multe al 2028. Questa misura mira a dare respiro ai costruttori europei, permettendo loro di rimanere competitivi nel contesto globale.

von der leyen, ue commissione

Se molte aziende hanno accolto con favore la decisione, alcune voci critiche non sono mancate. Volvo, ad esempio, ha espresso un forte disappunto. Il suo CEO, Jim Rowan, si è detto estremamente contrariato, sottolineando che “L’Europa non può permettersi di rallentare la transizione verso l’elettrico. Bisogna investire nel domani, non restare ancorati al passato”.

Tra i gruppi che beneficeranno maggiormente del rinvio spiccano Volkswagen e Stellantis, due colossi dell’industria automobilistica. La casa tedesca, che si preparava a pagare una sanzione di 1,5 miliardi di euro, potrà ora evitare questo ingente esborso. Anche Stellantis, pur senza rivelare i dettagli sulle cifre in gioco, potrà risparmiare somme considerevoli e riorganizzare la sua strategia di elettrificazione.

L’Ue dovrà valutare se il mercato è pronto a sostenere una transizione così drastica e se le immatricolazioni di vetture elettriche stanno crescendo secondo le aspettative. Nel frattempo, si moltiplicano le indiscrezioni su un possibile programma di incentivi europeo per stimolare l’acquisto di veicoli elettrici.

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