Maserati 300S: la Sport che seppe brillare in pista

La 300S è una delle auto più iconiche del “tridente”. In gara regalò molte soddisfazioni alla casa modenese.
Maserati 300S
Screen shot da video Motorious

Nel lontano 1955, tra le pieghe del tempo, nacque la Maserati 300S, evoluzione della monoposto 250S, per difendere i colori del “tridente” nelle competizioni internazionali fino al 1959.

Partendo dall’altra, animata da un motore di 2.5 litri con 230 cavalli all’attivo, il team tecnico della casa modenese si mise al lavoro, incrementando la cubatura del 6 cilindri a quota 3.0 litri, con una potenza ormai prossima ai 250 cavalli. La nuova unità propulsiva, possente e performante, era sottoposta a un minore stress meccanico, grazie al rapporto di compressione più moderato e ai regimi più contenuti.

Dal punto di vista “anatomico”, il cuore endotermico continuava a danzare con gli stessi passi di danza: distribuzione a due alberi a camme in testa, doppia accensione. I concetti tratti dalla 250F di Formula 1 venivano così trasfusi in un’automobile Sport, preludio di un futuro in cui la stessa meccanica avrebbe avuto un travaso nella produzione di serie.

Dal punto di vista ingegneristico, la Maserati 300S era un autentico capolavoro. Il suo motore era una prova di grande finezza creativa. Virava verso l’eccellenza anche il resto della composizione. Le sospensioni anteriori erano a bracci sovrapposti oscillanti. Il tamburo freno, infine, scriveva una vera prova di bravura: la fusione in lega leggera disponeva di alettatura radiale e di fori per disperdere il calore.

Maserati 300S
Foto Maserati

A fare da base strutturale, sulla vettura del “tridente”, ci pensava un telaio in traliccio di tubi d’acciaio a sezione ellittica e circolare, che coniugava gli aspetti connessi alla leggerezza a quelli connessi alla robustezza. Una soluzione abbastanza comune sulle auto da corsa di quel periodo storico.

Molto particolare e con un forte carisma la carrozzeria, curata da Fantuzzi. La paternità del modello veniva messa ben in evidenza dall’ampia presa d’aria frontale, che ospitava un vistoso tridente, incorniciato in profili di alluminio, ma non su tutti gli esemplari. Sulle fiancate, segnate da caratteristiche lamelle, emergevano anche i due tubi di scarico sovrapposti.

Negli anni ’50, nuove teorie si facevano largo nella scienza aerodinamica, affinandone l’essenza. Giovandosi degli studi del tempo, la silhouette della Maserati 300S, nel corso della sua esistenza, fu sottoposta ad evoluzioni stilistiche che ne hanno reso il corpo più efficiente e funzionale dal punto di vista della scorrevolezza e della capacità deportante.

Nel suo cammino glorioso, questa Sport del “tridente” si è rivelata un’incantevole diva delle corse, i cui trionfi in pista si traducevano in un coro di ordini provenienti da scuderie e gentleman driver. L’ingegner Alfieri, architetto delle vittorie, applicava miglioramenti incessanti, come l’alimentazione a iniezione, per elevare la competitività della regina modenese.

Tanti i successi raccolti dalla Maserati 300S che, per due anni, si rivelò come l’arma migliore della flotta del “tridente”. Nel 1956 il modello sfiorò il il titolo mondiale per vetture Sport. L’affidabilità del motore e la risposta impeccabile del telaio erano le due note dominanti del prodotto, che consentivano di raggiungere il meritato apice. In totale questa vettura prese forma in 27 esemplari.

Maserati 300S
Immagine Maserati
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