Secondo Antonio Filosa, responsabile delle operazioni di Stellantis in Nord America, il gruppo automobilistico ha recentemente raggiunto un traguardo significativo riducendo il suo inventario negli Stati Uniti di oltre 100.000 veicoli.
La rapida diminuzione delle scorte è un risultato notevole, considerando le difficoltà affrontate da Stellantis nell’affrontare un surplus di veicoli e il calo delle vendite nell’anno precedente. Nonostante i tradizionali margini di profitto elevati nel mercato statunitense e l’affermata popolarità di marchi come Jeep e Ram, le politiche di pricing poco efficaci hanno portato a una flessione drastica delle vendite, lasciando molte auto invendute presso i concessionari.

I dati di Cox Automotive hanno evidenziato che Stellantis, durante la pandemia, ha alzato i prezzi dei suoi veicoli, ma ha mancato il fondamentale adattamento alle condizioni del mercato successivamente, a differenza di altri concorrenti. Come risultato, i modelli Jeep, Ram e Dodge sono diventati significativamente più costosi rispetto a quelli dei rivali.
La strategia errata, alimentata da una serie di decisioni sbagliate prese negli anni, ha portato alla situazione critica che l’azienda sta cercando ancora adesso di superare. Le politiche aggressive di prezzo imposte dall’ex CEO Carlos Tavares e le sue misure di taglio dei costi hanno contribuito a un incremento eccessivo delle scorte e a una diminuzione delle vendite, culminando nella sua rimozione improvvisa nel dicembre 2024.

Sotto la nuova gestione temporanea presieduta da John Elkann, Stellantis ha intrapreso azioni decisive per ridurre l’inventario, offrendo ingenti sconti per attrarre i consumatori e rimettere in movimento il business. Nonostante i progressi appena segnalati, nuove sfide potrebbero emergere, con l’ipotesi che il presidente eletto Donald Trump possa mettere in campo dazi del 25% sulle importazioni provenienti da Messico e Canada. Molti dei modelli più popolari, tra cui quelli dei marchi Jeep e Ram, risultano infatti prodotti in Messico e successivamente esportati negli States, rischiando di mettere Stellantis in difficoltà.