Non tutti nella famiglia Stellantis godono di finanze del tutto rosee. Un certo nervosismo in tutto l’ambiente automotive, specie nel Vecchio Continente – ed è comprensibile – lo si avverte già dalle parole dell’Ad Renault, per citarne uno importante in Europa, nella “lettera agli europei”.
Qui, però, parliamo di Peugeot Invest, la holding della famiglia Peugeot che controlla una quota del gruppo automobilistico Stellantis. I dati raccontano una realtà non proprio florida. L’utile netto consolidato di 137 milioni nel 2023 risulta in netto calo rispetto ai 237 milioni del 2022.
Il calo dell’utile è principalmente dovuto a svalutazioni di attività non quotate e di crediti, anch’essi andati incontro a svalutazione. È la stessa famiglia Peugeot a dichiararlo anche se, osservando il valore patrimoniale netto (Nav) per azione, si assiste a un aumento a 238,7 euro rispetto ai 199,5 euro del 2022, con un rendimento (cumulativo del dividendo) del +21,1%.
Snocciolando i numeri emerge però un dato significativo, quello più rilevante per Stellantis rispetto all’apparente calo Peugeot. Se la crescita del Nav è il fattore da prendere in considerazione sulla valutazione complessiva del gruppo Stellantis, questo è principalmente dovuto all’aumento del prezzo dell’azione di Stellantis (+59,4%). L’azione, infatti, ha anche raggiunto il suo massimo storico grazie ai risultati complessivamente da record del gruppo automobilistico.
I dividendi ricevuti da Peugeot Invest dalle sue partecipazioni, così, sono aumentati a 325 milioni nel 2023, rispetto ai 286 milioni del 2022. Partendo quindi dai dati della crescita del Nav, la holding proporrà un dividendo di 3,25 euro per azione nella prossima assemblea generale, in aumento del 14% rispetto al 2022. Risultato? Anche se con gli utili in calo, nel gruppo si vince insieme, e non poteva essere altrimenti.
Robert Peugeot, presidente di Peugeot Invest, ha commentato: “I risultati eccellenti ottenuti da Stellantis dimostrano la validità e il potenziale della fusione tra Peugeot e Fca. Le performance a lungo termine rimangono positive, con il Nav che ha raggiunto il suo livello più alto quest’anno nonostante l’impatto del deprezzamento degli asset immobiliari. Continuiamo a diversificare il nostro portafoglio, sia attraverso nuovi investimenti di rilievo come l’acquisizione di una quota in Rothschild & Co, sia tramite co-investimenti in mercati in crescita”.