Le improvvise dimissioni di Carlos Tavares dalla carica di amministratore delegato di Stellantis hanno scosso il settore automobilistico e rivelato profonde divergenze con il consiglio di amministrazione. A delineare il contesto, il responsabile finanziario Doug Ostermann ha spiegato che le frizioni riguardavano principalmente le priorità strategiche dei prossimi mesi e il rapporto con gli azionisti.
Nonostante il sostegno iniziale del consiglio, gli obiettivi definiti “aggressivi” di Tavares, in termini di vendite e riduzione dei costi, hanno innescato una crescente insoddisfazione. Secondo fonti vicine alla vicenda Stellantis, i suoi rapporti tesi con concessionari, fornitori e sindacati, uniti a uno stile di leadership autoritario, hanno portato a un rapporto ormai insostenibile con i principali azionisti di Stellantis, tra cui Exor, la famiglia Peugeot e il governo francese.
Il consiglio, che inizialmente lo aveva appoggiato, ha cominciato a sollevare dubbi sulle sue strategie, ma le risposte di Tavares, descritte come rigide e poco collaborative, hanno esasperato la situazione. A novembre, la situazione è precipitata, portando alla sua estromissione senza un successore designato.

Tra i punti più critici, vi era la gestione delle normative europee sulle emissioni, che richiederanno il 21% di vendite di veicoli elettrici entro il 2025, contro il 12% attuale. Tavares ha respinto l’idea di negoziare con le autorità europee, preferendo puntare esclusivamente sul raggiungimento degli obiettivi, ma questa visione è stata considerata irrazionale dal consiglio.
I tagli proposti ai costi in Europa e una gestione della liquidità che si concentrava troppo sul breve termine hanno sollevato preoccupazioni per la sostenibilità a lungo termine della società. A questo si aggiungevano tensioni con fornitori chiave, considerati sacrificabili nella strategia di Tavares, causando interruzioni nella catena produttiva.

Ora l’azienda deve affrontare una situazione complessa. Con marchi iconici come Jeep, Fiat e Peugeot, Stellantis deve stabilizzare le operazioni in un contesto competitivo, caratterizzato da sfide come il calo delle quote di mercato in Europa e States, la crescente pressione dei produttori cinesi di veicoli elettrici e nuovi standard normativi. Su questi ultimi, però, sembrano aprirsi nuove strade e nuove opzioni che scopriremo solo nelle prossime settimane.