John Elkann, presidente di Stellantis, come sappiamo, è attualmente alla ricerca di un nuovo Amministratore Delegato per il colosso automobilistico, dopo l’inaspettato addio di Carlos Tavares lo scorso dicembre. Al centro dei colloqui sembra esserci la gestione del vasto portafoglio di marchi della società, un tema cruciale per il futuro del gruppo.
Secondo alcune indiscrezioni, chiunque prenderà le redini dell’azienda dovrà affrontare decisioni difficili, che potrebbero portare alla razionalizzazione di alcuni dei 14 brand sotto il controllo di Stellantis. Tuttavia, individuare quali marchi abbiano un futuro solido e quali invece siano sacrificabili non è un’impresa semplice.

Le speculazioni sulla riduzione del numero di brand all’interno di Stellantis non sono una novità. Nessun altro conglomerato automobilistico possiede un numero così elevato di marchi, un’eredità della fusione tra Fiat-Chrysler Automobiles e il Gruppo PSA nel 2021. Snellire il portafoglio potrebbe consentire di ridurre la complessità produttiva, ottimizzare i costi e migliorare i margini di profitto.
L’andamento finanziario attuale non è dei più rosei. Nel 2024, gli utili del gruppo sono andati giù, un segnale che richiede un intervento strategico immediato. Ma quali marchi sarebbero al sicuro e quali, invece, addirittura a rischio?
Jeep e Ram continuano a dominare il mercato americano, mentre marchi come Fiat e Peugeot vantano una presenza più ampia a livello globale. Tuttavia, il peso di Peugeot nel mercato europeo si attesta intorno al 4,9%, rendendolo l’ottavo marchio più venduto nel continente. Dodge e Chrysler stanno attraversando un periodo difficile, ma il riconoscimento del loro nome negli Stati Uniti potrebbe garantire loro la sopravvivenza. Si vocifera anche di un possibile accorpamento sotto i brand Jeep e Ram.

Sul fronte dei brand più in difficoltà in Stellantis, Alfa Romeo, Lancia e DS Automobiles si trovano in una posizione delicata, avendo registrato appena lo 0,3% della quota di mercato europea lo scorso anno. Se Alfa Romeo non riuscirà a consolidare la propria posizione in questa fase di transizione, il suo futuro potrebbe essere messo in discussione, nonostante il prestigio del marchio. Lancia e DS, pur avendo un forte richiamo nei rispettivi segmenti, potrebbero non avere la stessa influenza strategica. Anche Maserati sta attraversando una fase complessa: i concessionari stanno offrendo forti sconti sui leasing della nuova GranTurismo, segnale di un andamento commerciale non brillante.
Chiunque sarà incaricato di guidare Stellantis avrà davanti a sé un compito titanico: riorganizzare il portafoglio marchi senza sacrificare il valore storico e commerciale dell’azienda.