Stellantis mancava all’appello e la nuova gestione non ha tardato a dire la sua in discontinuità col passato. Ovvero con il gruppo automobilistico di poche settimane fa. Sono tante le perplessità sullo stop alla vendita di auto a benzina e diesel in Europa a partire dal 2035, il governo italiano le afferma da tempo.
La nuova posizione di Stellantis, all’indomani del Piano Italia, rappresenta un cambio di rotta rispetto alle precedenti dichiarazioni del gruppo. “Ci auguriamo che le autorità europee comprendano la serietà della situazione: è il momento di agire con un approccio diverso,” ha dichiarato Jean-Philippe Imparato, nuovo portavoce del gruppo in Europa, durante la presentazione della nuova strategia di Stellantis per il Bel Paese al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

L’intervento del manager francese segna un’evoluzione nella linea del gruppo, che sotto la guida del (per nulla compianto) ex CEO Carlos Tavares, aveva sostenuto con decisione la transizione verso l’elettrificazione in tutto e per tutto. “Il cambiamento climatico è reale e dobbiamo assumerci la responsabilità di agire per le prossime generazioni,” aveva affermato Tavares solo un paio di mesi fa.
Con le vendite in discesa, l’approccio di Tavares verso un’elettrificazione totale è stato messo in discussione, e Imparato ha assunto un ruolo di primo piano nelle trattative politiche, con la responsabilità di assumere un più saggio atteggiamento realistico. Un segnale di questo ripensamento è il ritorno di Stellantis nell’associazione europea Acea, che si batte per una revisione dello stop totale ai motori termici in Europa.

Ciò che governo italiano e Stellantis adesso sostengono insieme è una transizione più graduale, proponendo di mantenere in commercio auto a combustione alimentate da e-fuel e biofuel, purché questi garantiscano emissioni nette di gas serra pari a zero.
Il documento informale elaborato dal governo italiano in collaborazione con la Repubblica Ceca ha già raccolto consenso tra diversi Stati membri dell’UE, e il commissario europeo per i Trasporti, Apostolos Tzitzikostas, ha confermato la disponibilità al dialogo.
All’orizzonte, le salatissime sanzioni previste per il mancato rispetto delle emissioni medie di nuova immatricolazione entro il 2025. Per Stellantis, sarebbe “pronta” una multa di 300 milioni di euro per ogni punto percentuale di ritardo rispetto al target del 21% di auto elettriche, per un totale stimato di 2,7 miliardi. Al contempo, il “Dare Forward 2030”, che punta alla totale elettrificazione del portfolio Stellantis entro la fine del decennio, resta sulla carta. Come trovare la terza via per far quadrare una scenario molto complesso?