Innegabile come la Cina sia il dragone all’assalto del mondo nel settore automotive, e non solo. L’ingresso di Xiaomi, quindi, in quest’ottica, non poteva che fare notizia, specie dopo i tentativi (falliti) di Apple di portare la sua prima auto.
Nel settore automobilistico è arrivato il colosso cinese degli smartphone con il debutto della sua prima vettura, la SU7, il 28 marzo. La produzione di questa berlina elettrica è già in corso presso la Xiaomi Super Factory di Pechino, in Cina. Sembra che la produzione stia partendo con un ritmo sbalorditivo.
Grazie a una linea di produzione altamente automatizzata, oltre che all’utilizzo di tecnologie intelligenti avanzate, la fabbrica potrebbe sfornare ben 40 auto all’ora. Tecnicamente, un nuovo SU7 esce dalla catena di montaggio ogni 76 secondi. Impressionante, ma a patto che il mercato continui a portare domanda per l’esordio di Xiaomi.
Sono oltre 700 i robot che collaborano e lavorano all’interno della fabbrica. Divisi in comparti, seguono diverse mansioni come l’installazione, l’ispezione e il trasporto. Scendendo nel particolare della divisione tecnica, ben 381 robot assistono 20 dipendenti nel reparto carrozzeria, andando a garantire un assemblaggio rapido e preciso. Si tratta di un sistema davvero sconvolgente, se pensiamo al fatto che si tratta di un debutto automotive.
Il reparto di verniciatura Xiaomi, inoltre, vanta un sistema intelligente che permette di cambiare colore rapidamente, riducendo i tempi di consegna degli ordini del 25 per cento. Un modo intelligente per portare in concessionario un veicolo “personalizzato” in brevissimo tempo.
È vero che si è gridato subito al successo, ma Xiaomi ha dovuto affrontare alcune criticità quando alcune indiscrezioni hanno mostrato falle di sicurezza del mezzo. Alcuni video di incidenti durante i test di guida della SU7 pubblicati sui social media, ha spinto l’azienda ad affrontare e risolvere problemi strutturali prima di poter consegnare le auto.