BYD e Chery snobbano l’Italia: avviati i colloqui con la Turchia

BYD e Chery sono in trattative con la Turchia per investimenti nel Paese, snobbando i colloqui con l’Italia.
BYD nave cargo auto

L’ambizioso obiettivo del Governo italiano di incrementare la produzione automobilistica nazionale oltre la soglia di 1 milione di veicoli all’anno si scontra con le crescenti difficoltà del settore. La situazione di Stellantis presso lo stabilimento di Mirafiori è problematica, con la domanda di Fiat 500e che stenta a decollare. Inoltre, le trattative con costruttori esteri come BYD e Chery non hanno portato ai risultati sperati: quest’ultima ha optato per la Spagna come sede del suo primo impianto europeo. Nelle ultime settimane si era parlato anche di un probabile secondo stabilimento di BYD europeo, che per il primo ha scelto l’Ungheria, ma sembra che non voglia riprendere le trattative con l’Italia, ma sarebbe in una fase avanzata per un investimento in Turchia.

BYD e Chery in trattative con la Turchia per investimenti nel Paese

Chery

Secondo quanto riportato da Automotive News Europe, Fatih Kacir, ministro turco dell’Industria e della Tecnologia, ha spiegato che il Governo è in una fase avanzata per un accordo con BYD e Chery per investimenti nel Paese. Sono in corso dei colloqui anche con SAIC e Great Wall, con l’obiettivo di chiudere le trattative il prima possibile.

La Turchia potrebbe essere un hub strategico per le case automobilistiche cinesi, che in questo modo potrebbero sfruttare l’accordo doganale con l’Unione Europea della Turchia per aggirare i dazi che l’UE intende imporre alle auto elettriche cinesi. Il Governo turco sta cercando da tempo di sfruttare la posizione del Paese, collocato tra Asia ed Europa, per attirare investimenti da casa automobilistiche cinesi e non solo.

Dopo i colloqui con il Governo italiano, sia BYD che Chery potrebbero quindi optare per la Turchia. Nelle ultime settimane si parlava di Dongfeng, partner di Stellantis, come possibile candidata ad investire in Italia, tuttavia non ci sono più state novità in merito. Probabile che dovremo attendere ancora molto prima di scoprire se il Governo italiano riuscirà a convincere una seconda casa automobilistica a produrre nel nostro Paese.

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