Le auto elettriche aumentano, le colonnine di ricarica, però, no. Il problema comincia a diventare sentito in più di n Paese europeo. Non sarebbe un problema puramente italiano quello dell’insufficienza (da diversi punti di vista) delle colonnine di ricariche per le auto elettriche.
Sarebbe questo, in sostanza, il grido d’allarme lanciato dalle case automobilistiche europee, preoccupate per il divario sempre più ampio tra i due “elementi” del futuro sostenibile spinto da normative e politiche europee. Diventa importante la differenza tra il numero di auto elettriche in circolazione e la disponibilità di infrastrutture di ricarica adeguate. Lo dicono dei dati precisi.
Secondo un rapporto dell’ACEA (Associazione europea dei costruttori di automobili), le vendite di auto elettriche negli ultimi cinque anni sono cresciute a un ritmo tre volte superiore a quello dell’installazione di punti di ricarica nei 27 paesi dell’Unione Europea. Non c’è scampo dai dati rilevati: se si vuole centrare l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, è necessario un’accelerazione netta in questo senso.
L’ACEA, inoltre, stima che entro il 2030 l’Unione Europea avrà bisogno di ben 8,8 milioni di colonnine di ricarica, un numero ambizioso che si traduce in un intervento davvero importante su tutto il Continente. Stiamo parlando di circa 22.000 nuove installazioni ogni settimana, non proprio noccioline, direbbe qualcuno. Un obiettivo che appare quantomeno faticoso, se si considera che la Commissione Europea, pur riconoscendo la necessità di un’infrastruttura potenziata, stima un numero necessario inferiore, pari a 3,5 milioni di colonnine entro la stessa data.
Eppure, sembra che la spesa di questa transizione alle auto elettriche sia stata pensata solo (e come sempre) per i consumatori. Invece si tratta di infrastrutture chiave per la mobilità del futuro e di investimenti importanti europei per soddisfare un mercato spinto proprio dalle politiche sovranazionali. La carenza di colonnine di ricarica rappresenta un ostacolo concreto alla diffusione delle auto elettriche (sempre che questa transizione ci abbia convinto!).
Il quadro normativo ambientale relativo al 2021 impone agli Stati membri di ridurre collettivamente le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Il traguardo non potrà essere raggiunto senza un drastico cambio di rotta nel settore dei trasporti. “L’adozione massiccia di auto elettriche in tutti i paesi dell’UE è indispensabile per raggiungere gli ambiziosi obiettivi europei di riduzione delle emissioni di CO2”, ha dichiarato Sigrid de Vrie, direttrice generale dell’ACEA. “Tuttavia, questo non sarà possibile senza una capillare diffusione di infrastrutture di ricarica”.