Perché i crash test si fanno a velocità basse? Lo spiega l’IIHS | Video

I crash test hanno fatto crescere enormenente la sicurezza passiva dei veicoli. Ecco le ragioni delle loro cifre.
Crash test IIHS
Credit: IIHS/YouTube

I crash test servono a verificare le doti di resistenza dei veicoli agli impatti. Si svolgono a velocità non sostenute. Questo fa sorgere delle domande nella gente comune, che si chiede perché non si facciano le verifiche ad andature più spinte, nella convinzione che ciò possa accrescere la sicurezza passiva. La risposta ai legittimi interrogativi giunge dall’IIHS.

L’Insurance Institute for Highway Safety, nelle sue verifiche empiriche, prende in considerazione solo le collisioni a 40 mph (pari a 64,3 km/h). Un ritmo più blando di quello ammesso sulla maggior parte delle arterie viarie destinate alla circolazione dei mezzi a quattro ruote. Non è peregrino chiedersi le ragioni all’origine della scelta di fare i crash test ad un’andatura inferiore, spesso anche nettamente, rispetto a quella tenuta nel mondo reale.

Crash test IIHS
Credit: IIHS/YouTube

Per chiarire il quadro e dissolvere le perplessità, l’IIHS ha deciso di usare un video pubblicato sul suo canale YouTube. Partiamo da una premessa: questa organizzazione no profit statunitense, finanziata dalle compagnie di assicurazione, effettua le sue verifiche a velocità superiori a quelle scelte dall’ente americano per la sicurezza automobilistica, la National Highway Traffic Safety Administration, che svolge i crash test a 35 mph (pari a 56,3 km/h).

Detto questo, anche le sue 40 mph sembrano poca roba, se si tiene conto di quanto la velocità abbia un impatto significativo sulla gravità degli incidenti. Nel mondo reale, però, bisogna tener conto di altri fattori, che incidono sull’andatura scelta per le verifiche. L’obiettivo di fondo non è quello di rendere i veicoli sicuri negli incidenti peggiori, ma in quelli più comuni con conseguenze gravi. Questi ultimi avvengono prevalentemente ad andatura non estrema.

Fare i crash test ai limiti autostradali potrebbe salvare in un numero di casi statisticamente meno rilevante e renderebbe più rigidi i veicoli, quindi meno protettivi alle andature degli incidenti più diffusi, perché ridurrebbe drasticamente la loro capacità di assorbimento. Aumentare anche di poco la velocità dei crash test potrebbe avere un impatto significativo sulla progettazione dei veicoli. Passando da 40 mph a 50 mph le forze d’urto aumentano del 56%. Per progettare delle auto che possano contrastare questo aumento relativamente basso, li si dovrebbe irrobustire in modo significativo, con conseguenze negative negli incidenti più diffusi fra quelli gravi. Il bilancio di vittime e feriti sarebbe quindi peggiore.

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