Quello che poteva essere la Pontiac Banshee, la “Corvette dei poveri”

Siamo nel 1966, Chevrolet sta provando a rimanere in corsa insieme agli altri competitor su diversi fronti ma la concorrenza sta pian piano emergendo con novità accattivanti. Un successone era già arrivato dalla Ford, si chiamava Mustang. Dentro General Motors la concorrenza spietata che era partita tra Chevrolet e Ford non rendeva esattamente felici i vertici del gruppo industriale.

In questo momento davvero problematico e controverso della storia dell’automobile americana si inserisce la piccola storia della Pontiac XP-833, conosciuta come la prima concept della Pontiac Banshee.

L’auto sportiva argentata a due posti sarebbe entrata in produzione proprio entro il 1966, ma non raggiunse mai quell’obiettivo. La “scomparsa” della Banshee sarebbe dovuta al volere di Chevrolet che non avrebbe voluto intaccare le vendite della Corvette. Infatti, anche l’XP-833 era una due posti con carrozzeria in fibra di vetro e sarebbe potuta essere una “Corvette” economica capace di rubare quote di mercato.

Dopo la Ford Thunderbird che aveva rubato la scena fino al ‘57 è arrivata la Chrysler XNR del ‘60. Poco dopo era anche arrivato il momento del corsaro Carroll Shelby con le Cobra capaci di vincere competizioni da un lato all’altro degli States. In un tale clima di fermento a caccia dell’auto sportiva che si poteva imporre sul mercato, è comprensibile il tentativo della Pontiac con l’XP-833.

Bill Collins, ingegnere e stretto collaboratore del capo della Pontiac Motor Division John DeLorean, disse al suo arrivo: “Un giorno, dovrai lasciarci fare un’auto sportiva per due passeggeri”, a cui DeLorean rispose: “Un giorno, la farò”. Nel 1963, in effetti, il finanziamento per la progettazione e la costruzione della Pontiac due posti fu approvato. La principale ispirazione, come diranno gli stessi progettisti, fu la Monza GT.

La Pontiac Banshee era inizialmente progettata per utilizzare una trasmissione transaxle basandosi anche su una piattaforma unibody della Tempest del 1963. Questo non doveva essere. Collins pensava che il veicolo, almeno prima della fase di produzione, sarebbe stato costruito in acciaio unitario con una “pelle” di fibra di vetro incollata. L’XP-833 avrebbe poggiato su un telaio ibrido caratterizzato da un telaio perimetrale in acciaio ma senza punti di attacco imbullonati distinti. 

Le concept car della Banshee furono al centro di numerosi test su strada. Ricorda Collins: “Le abbiamo portate al terreno di prova di Milford e le abbiamo guidate. Erano auto di sviluppo e le abbiamo usate duramente, soprattutto per quanto riguarda la corsa e la maneggevolezza. corso per sviluppare la sospensione posteriore ad assale vivo e la sua geometria finale”.

Quando gli ingegneri presentarono la Pontiac Banshee ai massimi dirigenti di GM a metà del 1965, non arrivarono altri investimenti. A quel punto, il programma XP-833 era terminato. Collins racconta: “Dal punto di vista del design e dell’ingegneria, l’auto era pronta per la produzione all’80%. Ma quando la società ha detto di no, è andata immediatamente a zero. Abbiamo tentato di cambiare le cose per alcune settimane, ma alla fine il Presidente GM, James Roche, ha staccato la spina”.

La paura e l’isteria di Chevrolet per le vendite di Corvette probabilmente vinsero sulla spinta a Pontiac per proporre un nuovo bolide rivoluzionario capace di sfidarla. Vero è che nessuna delle auto sportive a due posti concorrenti è andata molto lontano. L’XNR “morì” nel 1962; la Mustang I si è trasformata nella Mustang II, “non troppo sportiva” e Shelby ha venduto un migliaio di Cobra in cinque anni di produzione.

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