Andare in giro con una Lamborghini oltre sessant’anni fa significava andare in giro con un nient’altro che un trattore. Sì, perché il celebre marchio italiano non produceva le amatissime supercar che oggi fanno brillare gli occhi di ogni appassionato e non. Non esistevano capolavori rombanti, né Countach né Diablo, né selvaggi V12.
Ferruccio Lamborghini, ex meccanico dell’aeronautica, costruiva dei gran bei trattori. La mente brillante di questo progettista e meccanico, diventato alcuni anni dopo una vera e propria star, non aveva perso la passione per le auto veloci. Infatti, Ferruccio, collezionava auto, anche diverse Ferrari. Ma le “sue” auto veloci non avrebbero tardato ad arrivare e imporsi insieme ad altri gioielli di eleganza e velocità.
Ferruccio, a un certo punto, a metà degli anni Sessanta, decise che avrebbe potuto battere la Ferrari sul suo stesso campo. Nel 1963 debuttò la prima Lamborghini, non una macchina agricola: l’auto sportiva.
Perché il toro diventa simbolo irrinunciabile del marchio italiano? La corrida e Lamborghini entrano a contatto quando lo stesso Ferruccio visita il ranch di Siviglia di Don Eduardo Miura (vi ricorda niente?), un rinomato allevatore di tori da combattimento. Quel viaggio lo colpì a tal punto, non solo da prendere il toro come simbolo di un’intera azienda automobilistica ma dando il nome ai nuovi modelli prendendo termini direttamente dal mondo spagnolo e della corrida. Espada, infatti, è la spada della corrida.
La Lamborghini Espada arriva nel 1971 ed è uno dei primi grandissimi successi del lusso firmato da Ferruccio Lamborghini. Saranno dieci anni di successo per la Lambo alimentata da un V12 da 3,9 litri capace di sviluppare 345 cavalli e una velocità massima che sfiora i 247 Km/h. Il modello in foto, in particolare, questa Espada rossa, proviene da Venezia ed è pressoché originale da tetto a ruote.
È il modello che Lamborghini volle realizzare cercando di arrivare a una gran turismo a quattro posti senza rivali. In effetti, tra il ‘68 e il ‘78 arrivano nelle mani di esclusivi proprietari oltre 1.200 modelli e fu il modello più venduto fino all’arrivo della Countach, la Lamborghini capace di stravolgere tutto e fare davvero la differenza nella categoria.
Questa Lamborghini Espada torna alla “luce” nel 2009 in un garage a San Diego, California, un luogo silenzioso dove ha riposato per oltre 20 anni. C’è voluta una ricerca impegnativa negli Stati Uniti per riuscire a completare il restauro e riportarla su strada senza alcuna sofferenza. La sorpresa per quest’auto è arrivata nel momento in cui si sono smontate alcune parti per la pulizia e il restauro. Nessun danno subito precedente o nascosto e, soprattutto, nessuna ruggine.
Quest’auto, realizzata in un periodo storico in cui anche le supercar andavano “guidate” e non tenute in esposizione, ha messo in fila 12 mila km, come indica inequivocabilmente il contachilometri. Un’altra epoca, un altro modo di costruire auto e, per ultimo ma non importante, un altro modo di collezionare auto potenti e veloci.